Se la legge sul fine vita, l'eutanasia, è ferma in Parlamento, la Puglia potrebbe essere la prima regione in Italia ad approvare la proposta di legge "assistenza sanitaria per la morte serena e indolore di pazienti terminali”. La Commissione Sanità della Regione Puglia, infatti, ha approvato a maggioranza il testo, con cinque voti favorevoli, quattro contrari e un astenuto, che ora attende il voto finale.
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La Regione Puglia anticipa il Parlamento
Nel dettaglio, la norma prevede che le strutture sanitarie pubbliche pugliesi assicurino l’assistenza nei confronti di persone malate in stato terminale o cronico che decidano di porre fine alla loro esistenza, purché la condizione clinica sia compatibile con il diritto al rifiuto del mantenimento artificiale in vita ai sensi dell’articolo 32, comma 2, della Costituzione.
In Italia, infatti, l'eutanasia è considerata illegale, e la legge approvata in Puglia anticipa e supera la proposta legislativa in discussione da troppo tempo in Parlamento; nel nostro paese, la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, rende possibile richiedere il suicidio medicalmente assistito, cioè l'aiuto indiretto a morire da parte di un medico. Poco più di un mese fa, Federico Carboni, 44enne di Senigallia, è stato il primo italiano ad aver ottenuto l’accesso al suicidio medicalmente assistito.
«La legge sul fine vita attualmente in discussione esclude dalla possibilità di essere aiutati a morire quei pazienti, irreversibili e sottoposti a sofferenze insopportabili, che non sono "tenuti in vita da trattamenti sanitari" (malati di cancro o di alcune malattie neurodegenerative) oltre a discriminare i pazienti completamente immobilizzati che non possono autonomamente porre termine alla propria vita», si legge sul sito eutanasia legale che rivolge un appello al Parlamento affinché modifichi la proposta in discussione.
Dunque la III commissione consiliare pugliese ha approvato la proposta legge sul fine vita che adesso andrà in Consiglio per la discussione e votazione finale.
Cosa prevede la norma regionale
La legge approvata dal consiglio regionale pugliese consente l’assistenza sanitaria a persone in grado di assumere decisioni libere e consapevoli e che abbiano espresso in totale autonomia e libertà la volontà di accedere alle prestazioni e ai trattamenti, con le modalità e gli strumenti più consoni alle condizioni cliniche. I pazienti che avanzano la richiesta di porre fine alla loro vita devono essere affetti da patologie irreversibili, mantenuti in vita con trattamenti di sostegno vitale ed essere in uno stato di sofferenze fisiche e psicologiche assolutamente intollerabili.
Dopo la richiesta scatterebbe l'obbigliatoria verifica della struttura sanitaria, previo parere del comitato etico integrato da un medico palliativista, un neurologo, uno psicologo e un rappresentante delle professioni infermieristiche. Al personale sanitario, invece, è assicurato il diritto di rifiutare, per motivi di coscienza, l’esecuzione delle prestazioni.
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Luglio 2022, 13:55
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