«Il vino fa male»: l’etichetta irlandese è legge. L’Italia rischia 7,9 mld di export

Lollobrigida: «Pericoloso precedente, al lavoro con Tajani per contrastare la scelta di Dublino»

«Il vino fa male»: l’etichetta irlandese è legge. L’Italia rischia 7,9 mld di export

di Alessandra Severini

Primo paese al mondo, l’Irlanda impone sugli alcolici in vendita un’etichetta con l’indicazione dei rischi sanitari collegati al consumo di alcol. Una decisione che manda su tutte le furie l’Italia (e non solo) e che Dublino ha preso incurante delle perplessità sollevate da decine di partner commerciali fra cui gli Usa e dei reclami ufficiali presentati dalle principali associazioni di categoria europee e nazionali.

Ogni bottiglia di vino, birra, sidro e distillati in vendita sull’isola dovrà riportare dunque rischi legati al consumo di alcol (un po’ come accade oggi anche in Italia per le sigarette) tra i quali il rischio di malattie del fegato e tumori. La legge irlandese prevede che l’obbligo inderogabile di adeguare le etichette alla nuova norma scatti tra tre anni, cioè dal maggio 2026. L’Italia ha già contestato più volte la decisione e ieri il ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida è tornato sul tema, sostenendo che «la stigmatizzazione del vino da parte dell’Irlanda crea una turbativa all’interno del mercato unico». Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha evidenziato come «l’etichetta irlandese sul vino danneggi la concorrenza», mentre il titolare alle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha criticato un approccio basato su «false informazioni».

Secondo la Coldiretti l’etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie potrebbe mettere a rischio le esportazioni italiane di vino che nel 2022 hanno raggiunto la cifra record di 7,9 miliardi.

In questa battaglia l’Italia non è sola. La stessa posizione è stata assunta da altri 12 Paesi membri, tra cui la Francia e la Spagna. «Riteniamo scorretta l’azione dell’Irlanda – ha spiegato Lollobrigida - perché una cosa è informare e invitare alla moderazione, che riteniamo giusto, una cosa è dire che un prodotto a prescindere dal quantitativo che si assume fa male». È probabile che la questione verrà affrontata il 21 giugno nel comitato del Wto dove verranno presentate ufficialmente le obiezioni. La decisione irlandese piace invece a Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs: «L’alcol è negativo, è cancerogeno e quindi tutto quello che si può fare per diminuire i consumi è importante».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Maggio 2023, 08:43
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