Esame urgente, l'attesa è 5 mesi e lo fa privatamente. Arrivano scuse e rimborso
di Camilla De Mori
LA SVOLTA
La svolta è arrivata con il nuovo anno. È del 2 gennaio 2020, infatti, la lettera con cui il direttore della struttura complessa di Epidemiologia, risk management, qualità e comunicazione dell'Aas 2 della Bassa e isontina, Maria Teresa Padovan, ha risposto all'associazione udinese (che a fine ottobre aveva chiesto l'autorizzazione perché il malato potesse fare l'esame in privato ottenendo il rimborso tranne il ticket) comunicando che, il giorno di Natale, il vicecommissario straordinario dell'area sanitaria «ha trasmesso il nulla osta per l'erogazione della visita specialistica neurochirurgica» chiesta dal paziente. Nella missiva si danno anche gli estremi «per la procedura di rimborso». Già, perché, nel frattempo, il paziente, che lamentava forti cefalee e episodi di dislessia, visto che la situazione non sembrava sbloccarsi nel pubblico, è andato a farsi una visita privata pagando 207 euro di tasca sua. Nella lettera dell'Aas 2 la funzionaria scrive «a voi e soprattutto al signore non possiamo che rinnovare le più profonde scuse da parte dell'Azienda per questo ritardo nella risposta. Auspichiamo nel prossimo futuro, anche in considerazione del riassetto aziendale e della normativa in materia di tempi dì attesa, di definire in modo più chiaro possibile i percorsi in questo ambito».
«Siamo molto contenti - commenta la presidente del sodalizio Anna Agrizzi -, anche se ci sono volute molte lettere alle Aas e 4 Pec a Riccardi. Grazie anche all'articolo uscito sul Gazzettino di Udine siamo riusciti ad ottenere il risultato che chiedevamo da mesi». Nel merito del via libera ottenuto, aggiunge: «Vorremmo che questa, che è semplicemente l'applicazione della legge, avvenisse in ogni caso in cui una persona ha la necessità di fare una visita nei tempi prescritti dal medico. Vorremmo anche che venisse sempre autorizzato il rimborso, tolto il ticket, per le visite fatte in privato nel caso in cui i tempi delle attese non vengano rispettati». Il 45enne, che vive «su una barca», come spiega lui stesso, dice che «per me 207 euro non sono pochi, perché ho difficoltà economiche. Ma la situazione non era rosea e ho avuto paura. Ero preoccupato per i forti mal di testa e soprattutto per la dislessia, che non ho mai avuto, anche se, dopo l'intervento per l'aneurisma, a gennaio 2018, ho avuto tantissimi problemi. Così ho deciso di farmi visitare a Trieste in privato». Quando, a fine agosto, si era visto fissare la visita soltanto 5 mesi dopo «era suonata come una beffa. Una cosa assurda». Ora, dice, farà anche la visita nel pubblico. «Me l'hanno fissata il 10 gennaio a Udine». La sua speranza è che «si concluda il mio calvario iniziato 2 anni fa, fra fischi all'orecchio, mal di testa e ora gli episodi di dislessia. Spero che i medici mi aiutino a trovare una soluzione».
Camilla De Mori
Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Gennaio 2020, 16:25
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