Canosa, Cosimo non ce l'ha fatta: è morto dopo il pestaggio per aver difeso un'amica dallo stalker

Cosimo non ce l'ha fatta: è morto dopo il pestaggio per aver difeso un'amica dallo stalker

di Enrico Chillè

Ucciso per aver difeso un'amica da uno stalker. Non ce l'ha fatta Cosimo Damiano Bologna, il 50enne aggredito fuori da un bar a Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trani) il 13 novembre scorso. L'uomo è morto dopo una lunga agonia in seguito al violento pestaggio da parte di Domenico Bellafede, 36enne pregiudicato che da tempo perseguitava, anche con insulti e minacce, una sua amica di 40 anni. Bellafede era stato identificato e arrestato una settimana dopo l'aggressione, con le accuse di stalking e lesioni gravi. Con la morte di Cosimo, quest'ultima accusa è cambiata in omicidio preterintenzionale. Dal 27 novembre all'uomo, inizialmente portato in carcere, sono poi stati concessi gli arresti domiciliari.


La dinamica dell'aggressione era stata ricostruita grazie alle immagini di alcune telecamere: la lite era iniziata in un bar e poi proseguita all'esterno. Bellafede aveva colpito il 50enne con un pugno e una gomitata in pieno volto, facendolo cadere a terra, dove aveva battuto violentemente la testa perdendo immediatamente i sensi.

Dopo l'aggressione, il 36enne pregiudicato era fuggito a bordo della sua Jeep Renegade bianca. Le registrazioni delle telecamere avevano ripreso la fuga e l'identificazione è stata possibile proprio grazie al modello e alla targa della vettura.


Il sindaco di Canosa di Puglia, Roberto Morra, ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali e ricordato così il coraggio di Cosimo Damiano Bologna: «Il suo esempio si è trasformato in tragedia, oggi piangiamo una giovane vita spezzata da un gesto di brutale violenza che fatichiamo a comprendere ma che va condannato. La nostra città deve fermarsi a comprendere sull'accaduto e unirsi idealmente al dolore dei suoi familiari». Intanto, a Canosa di Puglia oltre al dolore monta la rabbia, e molti cittadini hanno lanciato un appello al primo cittadino, affinché il Comune possa costituirsi parte civile nel processo a carico dell'omicida.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Dicembre 2021, 09:17
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