Embraco, un operaio si incatena ai cancelli: "Non voglio mollare, è la mia fabbrica". Ieri la rottura col Governo

Video
È rottura con l'Embraco. L'azienda del gruppo Whirlpool dice no alla richiesta di sospendere i 500 licenziamenti nello stabilimento di Riva di Chieri, nel torinese, e va avanti sulla strada della delocalizzazione in Slovacchia della produzione italiana di compressori per frigoriferi. Intanto un lavoratore dell'Embraco, Daniele Simoni, da 25 anni operaio presso Riva di Chieri, si è incatenato ai cancelli della fabbrica. «Non voglio mollare, è la mia fabbrica che mi ha dato da mangiare per 25 anni, finché c'è uno spiraglio non mollerò», spiega l'operaio.

SCIOPERO DI 4 ORE Sciopero di quattro ore questa mattina, dalle 8 alle 12, dei lavoratori del primo turno dell'Embraco di Riva di Chieri riuniti in presidio davanti ai cancelli dello stabilimento. I lavoratori del secondo e terzo turno scioperanno, invece, a fine turno, dalle 18 alle 22 di questa sera e dalle 2 alle 6 di domani. «C'è tempo fino al 25 marzo prima che partano le lettere di licenziamento. Il nostro auspicio è che prima di quella data azienda e governo tornino a sedersi al tavolo per trovare una soluzione per i circa 500 addetti che rischiano il posto di lavoro», sottolinea all'Adnkronos Michele De Luca, rsu Uilm. 



IERI LA ROTTURA Niente cassa integrazione per consentire di esaminare proposte di reindustrializzazione, spiegano i legali dell'azienda presenti all'incontro. Un atteggiamento di chiusura che manda su tutte le furie il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, domani a Bruxelles per incontrare il commissario della concorrenza Margrethe Vestager. Delusi e arrabbiati i lavoratori in sciopero, che bloccano il traffico sulla statale Torino-Asti. «Si conferma un atteggiamento di totale irresponsabilità dell'azienda. Le loro motivazioni dimostrano una mancanza di attenzione al valore delle persone e alla responsabilità sociale dell'impresa», afferma il ministro. «Non ricevo più questa genta... questa gente, perché onestamente ne ho fin sopra i capelli di loro e dei loro consulenti del lavoro italiani che sono qua».

LEGGI ANCHE ---> La rabbia di Calenda: "Ora verifica sugli aiuti di Stato"

Replica stizzito il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro: la vertenza «non è stata seguita da nessun iscritto all'Ordine, è in fase di valutazione un'azione legale a tutela della categoria». Il ministro attiverà urgentemente un tavolo con Invitalia per cercare di individuare un percorso di reindustrializzazione. Ma i tempi sono strettissimi perché il 4 marzo si vota, ma soprattutto il 25 marzo finirà la procedura di mobilità e i lavoratori saranno tutti licenziati. Bocciata la proposta di ricorrere al part-time, considerata «inaccettabile sotto ogni profilo, innanzitutto quello etico» da Calenda ma anche dai sindacati. «Atteggiamento incomprensibile e irresponsabile», tuona il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, mentre la sindaca di Torino, Chiara Appendino, parla di «presa in giro per i lavoratori».



«L'azienda ha dimostrato totale disinteresse nei confronti delle proposte formulate dal Governo e totale irresponsabilità, in particolare nei confronti dei dipendenti di Riva di Chieri», affermano Fiom e Uilm. Le principali forze politiche di tutti gli schieramenti criticano l'Embraco e chiedono un intervento delle istituzioni europee. L'attenzione si sposta ora proprio a Bruxelles, dove domani Calenda porrà a Vestager il nodo del dumping all'interno dell'Unione attraverso un uso distorto dei fondi europei. «Vogliamo sapere come s'intenda affrontare il problema. Esiste una norma nei trattati che potrebbe consentire al governo italiano di derogare al principio degli aiuti di Stato, quindi di potere aiutare le aziende quando si è in presenza di un pacchetto che viene offerto da un altro Paese e di potere offrire le stesse condizioni. Voglio capire se sia utilizzabile perché in questo caso saremmo in un'altra partita che possiamo combattere ad armi pari», spiega Calenda.
Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Febbraio 2018, 12:34
© RIPRODUZIONE RISERVATA