Morto Lomakin, 18enne calciatore della Lokomotiv Mosca: «Forse è stato ucciso»
Accadde fuori da un locale, la 'Vineria' di Norcia: Emanuele colpì Cristian con uno schiaffo, quest'ultimo ricambiò con un pugno, che fece cadere a terra 'Fanalino' mandandolo in coma. Secondo il quotidiano La Nazione, i pm hanno ricostruito il delitto aiutati dalle chat di WhatsApp dei testimoni, i cui contenuti sono stati pubblicati proprio sul giornale. «Lu Picchiu gli ha detto “dammi un pugno”, lui gliel’ha dato ma piano. Dopo gli ha detto “mo tocca a me” e gli ha dato una pesca», scriveva un giovane amico. E ancora: «Stavano facendo un gioco. Fanalino stava scherzando, gli ha dato un cazzottello sulla guancia».
DAL GIP NO AI DOMICILIARI 'Picchio', alias Salvatori, è finito in carcere ma ha chiesto i domiciliari, richiesta respinta dal gip perché «non può ritenersi meritevole di accoglimento», mentre il pm aveva dato parere favorevole: il giovane voleva sottoporsi ad un programma di reinserimento sociale in una struttura specializzata. I legali hanno fatto appello, insistendo sul fatto che si trattasse appunto di un 'gioco' e che Cristian non ha impulsi aggressivi. Un gioco che però ha tolto la vita ad Emanuele, particolare che il gip ha giustamente evitato di sottovalutare.
LA PERIZIA DECISIVA I contorni della vicenda erano rimasti nebulosi fin quando nei giorni scorsi è stata depositata una perizia sui cellulari dei ragazzi presenti, disposta dalla Procura di Spoleto: sui cellulari c'erano sia messaggi che estratti di video. «Daje, daje» si sente in un passaggio di un filmato: un capannello di persone fa il tifo per i due ragazzi che si picchiano.
Stamattina al tribunale di Perugia si sta svolgendo l'udienza dinanzi al Riesame: il giovane Salvatori è difeso dagli avvocati Francesco Crisi e David Brunelli.
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Dicembre 2018, 12:20
© RIPRODUZIONE RISERVATA