Emanuele Nastasi, svolta nelle indagini: «Ucciso per un debito di droga di 80 euro». Arrestato un 42enne

Emanuele Nastasi, svolta nelle indagini: «Ucciso per un debito di droga di 80 euro». Arrestato un 42enne
A cinque anni dalla scomparsa di Emanuele Nastasi, svanito nel nulla nel 2015 e il cui corpo non fu mai ritrovato, arriva la possibile svolta nelle indagini. I carabinieri della compagnia di Noto (Siracusa) hanno arrestato un uomo di Pachino, Raffaele Forestieri, detto Rabbiele, ritenuto responsabile dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere del 35enne. Sarebbero stati lui e il nipote, morto anche lui pochi mesi dopo, a uccidere Emanuele.

Leggi anche > George Floyd era positivo al coronavirus, la conferma dall'autopsia

Nonostante il corpo della vittima, la cui auto fu ritrovata bruciata nelle campagne del siracusano, non fu mai ritrovato, le indagini hanno avuto un'accelerazione e una svolta con l'arresto del sospettato. Secondo la ricostruzione dei militari dell'Arma, Nastasi, per un debito di droga di 80 euro, avrebbe avuto delle discussioni e si era ribellato al suo interlocutore che a quel punto aveva deciso di farlo fuori. 

SCOMPARSO DA CINQUE ANNI Dalla sua scomparsa, avvenuta il 4 gennaio 2015, non si erano avute più sue notizie. Il suo telefono cellulare aveva smesso di funzionare a mezzanotte e la sua auto venne ritrovata distrutta dalle fiamme in una zona isolata. A distanza di cinque anni i carabinieri di Noto hanno dato un nome agli assassini, che sarebbero due: Raffaele Forestieri, detto Rabbiele, 42 anni, e il nipote Paolo Forestieri, ucciso a fucilate quando aveva 25 anni, il 28 marzo 2015, in via Maucini, a Portopalo di Capo Passero, per cui è stato condannato in via definitiva, a 12 anni di carcere, Enrico Dimaiuta.

Rabbiele Forestieri è accusato di omicidio, occultamento di cadavere e incendio di auto. L'inchiesta, ormai archiviata, è stata riaperta dal sostituto procuratore Gaetano Bono nel marzo 2019: avevano trovato riscontro le voci di un possibile omicidio. Le ricerche nei pozzi artesiani delle campagne di Pachino per trovare il dna della vittima non avevano dato esito positivo. Ma in questi mesi i militari hanno raccolto diversi elementi: Nastasi, hanno spiegato gli investigatori, era un tossicodipendente che acquistava eroina dai Forestieri e si sarebbe «ribellato per una dose di scarsa qualità e di quantità inferiore rispetto al prezzo pattuito». L'aveva contestato ai suoi interlocutori e poi si era recato nuovamente a comprare droga nelle case popolari di via Mascagni, «regno» dei Forestieri.

I carabinieri hanno ricostruito i movimenti di quel 4 gennaio acquisendo gli elementi necessari per inchiodare i due presunti assassini.
Durante le perquisizioni al momento dell'arresto, i carabinieri hanno sequestrato una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, 77 proiettili del medesimo calibro, 16 grammi di cocaina e 900 grammi di marijuana, oltre a 1.200 euro in banconote di vario taglio, tutto materiale in un locale nei pressi delle case popolari dove vive Forestieri.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Giugno 2020, 16:10
© RIPRODUZIONE RISERVATA