Emanuela Orlandi e il mistero dello studente suicida, la sorella a Chi l'ha Visto: «Fui avvicinata da un uomo che lavorava nel porno»

Emanuela Orlandi e il mistero dello studente suicida, la sorella a Chi l'ha Visto: «Avvicinata da un uomo che lavorava nel porno»

di Silvia Natella
C'è un nome che lega il caso di Emanuela Orlandi a quello di uno studente morto suicida di nome Alfredo. Ed è Felix. Così si chiamava l'uomo che - prima della scomparsa della ragazza - si era avvicinato alla sorella Federica per offrirle un lavoro. Come ricorda Chi l'ha Visto?, questa persona è finita in molte inchieste giudiziarie perché negli anni Ottanta e Novanta a Roma attirava giovani con l'inganno per farli entrare nel mondo del porno. Così avrebbe fatto con Alfredo, che si è impiccato per la vergogna dopo aver visto le sue foto nudo su un giornale a luci rosse. Aveva solo accettato un'offerta di lavoro. Anche Emanuela aveva parlato con la famiglia della possibilità di facili guadagni.  

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Federica Orlandi è l'ultima persona ad aver parlato con la giovane scomparsa nel 1983. È stata lei a rispondere al telefono quando Emanuela ha chiamato per chiedere alla madre il permesso di accettare un lavoro di volantinaggio per l'Avon.  «Le avrebbero dato un compenso di 300mila lire. Io le ho detto che era impossibile che le dessero quella cifra e così è finita la telefonata. Emanuela mi disse che questa persona avrebbe aspettato fuori dalla scuola di musica per sapere se avrebbe accettato il lavoretto da fare il sabato successivo. Nessuno poteva immaginare cosa poteva esserci dietro. Qualche giorno prima io ero sull'autobus e fui avvicinata da un uomo di nome Felix. Mi fermò chiedendomi se mi interessava fare la comparsa nel film 'Ultimi giorni di Pompei'. Mi avrebbero pagato 100mila lire al giorno, ma io non accettai. Mi disse anche che mi avrebbe richiamato a casa, ma non lo fece», sono le parole di Federica.   

Felix è lo stesso uomo di cui parla Alfredo nel messaggio di addio scritto prima di impiccarsi al cancello di una villa: «Sono uno studente universitario, mi sono presentato a un appuntamento per prendere materiale pubblicitario per un'offerta di lavoro. In un salottino hanno offerto a me e ad altre ragazze un aperitivo. Nel bicchiere c'era qualcosa che ha spinto le ragazze a spogliarsi e noi uomini, invitate da loro, a fare l'amore. Non mi sono accorto che ci stavano fotografando». Poco dopo, le immagini sono apparse su un giornale pornografico e il 29enne non ha retto: «Mi uccido perché spero che questo gesto smuova la parte onesta della nazione, mi uccido perché vengano riscoperti i valori e perché un atto d'amore è stato ridotto ad atto bestiale sotto l'effetto della droga». 


 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Luglio 2019, 08:02
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