Muore in bici travolta da un furgone: Emanuela aveva 11 anni. «Una settimana fa era morto il nonno»

Ha lottato tre giorni, ma il trauma cranico riportato, alla fine, è stato fatale. Un dolore troppo grande per una famiglia bellissima

Muore in bici travolta da un furgone: Emanuela aveva 11 anni. «Una settimana fa era morto il nonno»

Un Dolore troppo grande. Ieri in provincia di Padova, a Reschigliano, Emanuela Brahja è morta dopo essere stata investita mentre era in sella alla sua bici. Esattamente una settimana fa era morto il morto, in Albania e il dolore è straziante dopo il tremendo verdetto che ha sancito la morte della piccola Emanuela, che avrebbe compiuto 12 anni il 18 dicembre. 

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In molti sono stretti vicini alla famiglia, tanti amici, mebri della grande comunità albanese del padovano, ma anche zii, cugini, parenti arrivati dall'Albania già martedì, il giorno dopo l'incidente, quando la speranza che la piccola potesse salvarsi era ancora accesa. E molti continueranno ad arrivare a Reschigliano, paese dove la bimba era nata e cresciuta e dove la famiglia ha deciso di seppellirla. Nonostante le speranze di tutto il paese, Emanuela è venuta a mancare poco dopo la mezzanotte di ieri.

«Appena ci è arrivata la notizia, lunedì sera, siamo partiti subito - racconta lo zio, fratello del padre Agron, che vive a Milot, a circa un'ora da Tirana -. Siamo rimasti costantemente in ospedale, ad aspettare e pregare per il miracolo. Non è servito. Ora ci riuniremo tutti qui per il funerale: Emanuela è cresciuta qui, ha tutti i suoi amici. Esattamente una settimana fa è morto il nonno, in Albania. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di riprenderci dal lutto che siamo stati travolti da questo dramma immane. Non possiamo crederci, siamo straziati.

Mamma e papà non riescono nemmeno a pensare che lei non ci sia più».

Mamma Esmeralda ha gli occhi cerchiati di nero e le guance umide. Le due figlie maggiori restano in casa, una ha 20 anni, l'altra ne compie 18 proprio oggi. Il piccolo di casa invece è costretto a lunghi periodi di ricovero e cure in ospedale. «Abbiamo perso mio padre esattamente una settimana fa - aggiunge lo zio -. Mio fratello Agron era appena rientrato dall'Albania, vive qui da 25 anni, lavora per una ditta di coperture. Non riesce a darsi pace. Per la strada si può morire, ma così, a 11 anni, non si può accettare. I cuginetti non riescono a capire, le sue sorelle e il fratellino sono distrutti. Sono una bellissima famiglia, non meritavano tutto questo».

La dinamica dell'incidente era già stata confermata lunedì sera. Emanuela tornava a casa, ha attraversato a qualche decina di metri dalle strisce pedonali, proprio mentre arrivava un furgone, guidato da un 36enne veneziano. Nonostante stesse viaggiando a 40 chilometri orari e la strada fosse ben illuminata, l'impatto è stato inevitabile e il trauma cranico riportato dalla piccola Emanuela è stato fatale


Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Ottobre 2021, 12:45
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