Elezioni Statali, 2,5 milioni alle urne per i rappresentanti sindacali. E voteranno anche i precari

Elezioni Statali, 2,5 milioni alle urne per i rappresentanti sindacali. E voteranno anche i precari
È tempo di elezioni anche per il pubblico impiego. Sono quasi 2,5 milioni gli statali chiamati a votare i loro nuovi rappresentanti sindacali. Le urne saranno aperte per tre giorni, fino a giovedì 19 aprile, in tutte le amministrazioni pubbliche, dalla sanità alla scuola. E potranno dire la loro anche i precari, con rapporti a tempo determinato.

I candidati che avranno la meglio andranno a contrattare il salario integrativo con più poteri rispetto a prima, almeno in fatto di premi, carriere e organizzazione dei turni. Le regole, dopo la riforma Madia e lo sblocco dei rinnovi, sono, infatti, cambiate. Soprattutto alle Rsu toccherà rilanciare un'altra stagione contrattuale, visto che quella appena conclusa, con gli aumenti di 85 euro mensili, scade già a fine anno.

La posta in gioco è quindi alta e la sfida vede in campo oltre ai confederali anche i sindacati autonomi, che, come l'Usb, dichiarano guerra «alle burocrazie sindacali di CgilCislUil». La battaglia è già iniziata da qualche settimana e ognuno ha presentato i suoi programmi elettorali, tarandoli sulle singole realtà (circa 80 quelli della Cgil). Non è facile fare previsioni visto che la mappa del pubblico impiego è cambiata. Se prima i comparti erano undici ora sono quattro. Fusione che potrebbe riservare qualche sorpresa.

Su un punto tutte le sigle sembrano però unite: in coro auspicano una partecipazione nutrita al voto. Ma non ci dovrebbero essere rischi: guardando al passato l'affluenza è stata sempre massiccia (di solito oltre l'80%). Si tratta di eleggere «lavoratori che garantiranno l'attuazione dei nuovi contratti, rivendicando diritti e dignità», ha tenuto a sottolineare la leader della Cgil, Susanna Camusso. La categoria dei lavoratori pubblici della Cgil ricorda come sia stata «cancellata la legge Brunetta» e quindi le Rsu avranno, sottolinea Serena Sorrentino, voce in capitolo sugli «aumenti della retribuzione economica attraverso la contrattazione decentrata».

Nel suo appello al voto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, si dice pronta al cambiamento: «dobbiamo voltare rispetto all'invasività della politica che spesso ha coperto sprechi», «episodi di corruzione» e «casi davvero eclatanti di assenteismo». Ma c'è di più, ci sarà da mettere mano allo «sblocco delle assunzioni», fa notare Maurizio Petriccioli (Cisl Fp). Se le Rsu, cellule della rappresentanza sindacale, «erano state messe all'angolo per lunghi anni», ora «potranno tornare protagoniste», dice il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.

Queste giornate acquisirebbero poi un carattere simbolico: «ricorrono i vent'anni dalle prime votazioni», rimarca Antonio Foccillo (Uil).
Di «riscatto» dei lavoratori, «risorsa e non costo», parla la Confsal Unsa con Massimo Battaglia. Di certo, le questioni che oggi sono di contesa elettorale domani saranno destinate a ricadere sul governo che preparerà la prossima finanziaria, dal ripristino del turnover ai soldi per i contratti 2019-2021.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Aprile 2018, 18:18
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