Verso il voto. Calenda detta le sue condizioni, Letta temporeggia: «No ai veti». Oggi il faccia a faccia

Tra i due solo schermaglie. Il leader Pd. "Stringerti la mano non vale niente". Oggi l'incontro

Verso il voto. Calenda detta le sue condizioni, Letta temporeggia: «No ai veti». Oggi il faccia a faccia

di Alessandra Severini

La possibile alleanza fra Pd e Azione naviga in acque agitate. Ieri una lunga giornata fra veleni e sospetti, tweet e comunicati la vedeva sull’orlo del fallimento. Qualche parlamentare dem sbuffava: «Carlo è abile ma sta aprendo un’autostrada a destra». In mattinata l’ultimatum del leader di Azione aveva colto Enrico Letta un po’ di sorpresa. Le condizioni poste sono difficili da digerire per il Pd e sono tante: non candidare nei collegi uninominali Fratoianni, «che ha votato 55 volte la sfiducia a Draghi», Bonelli «che non vuole il termovalorizzatore a Roma e rigassificatori», Di Maio che è «uno dei politici più trasformisti».

«Io voglio sapere da Letta - pressa Calenda - se le condizioni di Azione e Più Europa gli sembrano assurde o no. A me sembrano il minimo sindacale per non mettere insieme un’accozzaglia piena di idee diverse, totalmente incoerente e di scarsa qualità». Il leader di Azione fa capire che l’ultimatum ha scadenza breve: «Se la risposta sarà no, la responsabilità della rottura sarà interamente tua e noi andremo a combattere a viso aperto con una proposta di governo credibile per bloccare l’avanzata della Meloni».

Il segretario dem riunisce d’urgenza la segreteria che si chiude con un generico appello all’unità rivolto «a tutte le forze politiche con cui, dopo le dimissioni del governo Draghi, si è lavorato per fare nascere un campo di forze democratiche e civiche»: «Si proceda – esortano dal Nazareno - senza veti reciproci» perché «ogni divisione rappresenterebbe un regalo alla destra».

Al di là del linguaggio morbido utilizzato, il Pd ribolle. I due leader dovrebbero vedersi stamattina ma in molti fra i dem non si fidano di Carlo Calenda e malignano: «Non gli importa di battere la destra, lui fai i suoi calcoli elettorali e cerca un’alleanza al centro con Renzi». Anche Letta non nasconde il malcontento: «Tre giorni fa ci siamo messi d’accordo e ora Calenda ha fatto saltare la strada che avevamo individuato. Allora stringersi la mano non significa niente». Ma per il leader di Azione il massimo è accettare i nomi indigesti in coalizione, non intende invece ammetterli nei collegi uninominali. «Noi siamo chiari – ripete senza sosta – dal canto nostro ci siamo impegnati a non candidare negli uninominali personalità divisive per il centrosinistra». L’incontro di oggi dirà se il matrimonio si farà. «Noi ci riproviamo - sottolineano dal Nazareno - con molta pazienza e spirito ecumenico, ma basta veti e basta sportellate».


Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Agosto 2022, 09:05
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