Il timore di essere sostituita, che nel cuoricino della figlia l'affetto per la nuova compagna del papà potesse toglierle spazio prezioso. Per gli inquirenti potrebbe essere stata proprio la gelosia ad armare di coltello la mano di Martina Patti, la mamma rea confessa dell'omicidio di Elena Del Pozzo, la bimba di 5 anni di Mascalucia, nel catanese.
La nuova compagna di Alessandro Del Pozzo
Un amore finito da tempo quello tra la 23enne che non è riuscita a spiegare la dinamica dell'omicidio e Alessandro Nicodemo Del Pozzo, il papà della piccola di un anno più grande. Entrambi si erano rifatti una vita, lui con una compagna con la quale conviveva e alla quale Elena si era affezionata, la stessa che lo ha sorretto nel momento in cui ha scoperto che sua figlia non c'era più.
La tensione con la famiglia dell'ex
I rapporti tra Martina Patti e la famiglia dell'ex compagno erano tesi, come ha raccontato la nonna Rosaria Testa: «Elena era meravigliosa, sua madre aveva un atteggiamento autoritario e aristocratico, non mostrava segni di affetto e non era empatica, nemmeno nei confronti della bambina. Non rispondeva mai al telefono alle mie chiamate e decideva lei quando portarci la bambina. Quando litigavano, Elena non voleva andare via da casa nostra. Un giorno la mamma le stava dando botte e gliela abbiamo dovuta togliere dalle mani. L'abbiamo accompagnata a scuola e le ho detto: Nessuno ti vuole bene più di me. Lei mi ha guardata e mi ha fatto capire che aveva capito».
L'ultima notte di Elena
Con i nonni paterni Elena aveva trascorso la sua ultima notte: aveva dormito a casa loro ed era contenta, si divertiva con loro e con la nuova compagna del padre. La mattina dopo la zia l'accompagna all'asilo e la madre la va riprendere alle 13.30 e torna a casa, a Mascalucia. La 'scintilla' potrebbe essere stata il racconto della sera trascorsa dalla bambina con i nonni paterni e la felicità dimostrata nel frequentare la donna che sarebbe potuto diventare la sua 'matrigna'.
Stava guardando i cartoni
«Quando ho preso mia figlia all’asilo siamo andate a casa mia - racconta Martina Patti -, Elena ha voluto mangiare un budino poi ha guardato i cartoni animati dal mio cellulare.
Il legale: «Sembrava riposseduta»
Il legale della donna, l'avvocato Gabriele Celesti, parla di «un interrogatorio drammatico» di una «donna distrutta e molto provata che ha fatto qualcosa che neppure lei pensava di poter fare», agendo come se «qualcuno si fosse impadronito» di lei, dimostrandosi «tutt'altro che fredda e calcolatrice». «Farò incontrare la mia assistita con uno psichiatra di fama - aggiunge il penalista - per verificare le sue condizioni e dopo decideremo sulla perizia. Devo dare atto di grande correttezza ai carabinieri e alla Procura».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Giugno 2022, 13:34
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