Frustrazione. Fragilità. Paura. Isteria. Ribellione. Invidia sociale. Emarginazione. C'era tutto questo sabato pomeriggio nella manifestazione No green pass in piazza del Popolo e poi nel corteo non autorizzato, senza testa e senza coda, che ha stravolto Roma. All'indomani focalizzarsi su dei nutriti gruppi (ma pur sempre gruppi) di squadristi di destra (cresciuti a pane e Forza Nuova, pizza e Casapound, pasticche e curve di Stadio) e su alcune frange della sinistra antagonista (che ancora gravitano in centri sociali, palazzine occupate e altre curve dello stesso stadio) non è solo facile ma anche limitativo e autoassolutorio.
Questi estremisti ci sono, vanno perseguiti e duramente condannati per i loro gesti violenti ed eclatanti come l'ignobile assalto alla sede della Cgil. Ma sono e restano una piccola parte della questione. Il problema è un altro. Ben più grande e di difficile comprensione, soprattutto se affrontato con una logica twittarola-elettorale di sinistra contro destra, giusti contro sbagliati. Sabato chi era in centro a Roma, e non davanti al display di un pc o di un telefonino, ha incrociato sacche di italiani che l'Italia si è persa per strada, appunto. Gente che non crede più nei partiti politici, nelle parrocchie, nei sindacati e nei giornali. Gente che non si riconosce nelle Istituzioni, che odia lo Stato e tutto ciò che è establishment.
A sfilare nella Capitale sabato c'erano dipendenti del Comune, vigili e poliziotti in borghese, suore, mamme con passeggini, pensionati ridotti alla fame, disoccupati che non trovano lavoro e altri che lo hanno perso. Uomini e donne che non credono più nei governi, nelle loro promesse e quindi anche nelle leggi. Italiani irriconoscibili, che non votano alle elezioni (ormai astensione oltre il 50%), che si informano e comunicano su canali alternativi con siti di controinformazione dove spesso si prendono gioco della loro ignoranza e soprattutto della loro esasperazione che ne acceca la logica.
Se L'Italia vuole affrontare il problema sul serio deve andarsi a riprendere questi italiani, deve attuare (non solo annunciare) politiche di inclusione che li coinvolgano (non sussidi che ne fanno dei parassiti senza orizzonti). L'Italia tutta non si nasconda dietro a un manipolo di teppisti violenti e riconquisti con concretezza e autorevolezza uno a uno i suoi concittadini lasciati in preda a subculture del complotto. Lo faccia subito. Prima che le conseguenze indirette della pandemia esasperino ancor di più gli animi e ingrossino le fila degli antiStato.
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Novembre 2021, 11:46
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