Mantova, l'unica edicola del paese riapre grazie ai disabili

L'unica edicola del paese chiusa da anni riapre grazie ai disabili FOTO

di Totò Rizzo
A volte ritornano. Più spesso tirano giù la saracinesca e scompaiono. Da una decina d’anni, un’ecatombe in tutt’Italia: grandi e piccole città, paesi, quartieri, borgate. Vecchie, care edicole di giornali.



L’ultima che c’era a Cerese, frazione di Borgo Virgilio, 5 chilometri da Mantova (la terra dove con la «Gazzetta» nacque la carta stampata quotidiana, 1664) ha chiuso il 30 aprile, dopo una cinquantina d’anni d’onorata attività. Una fatica, specie per i lettori più anziani, arrivare al centro commerciale (due chilometri) o a Pietole (tre chilometri, dove c’è ancora il sasso in riva al Mincio dove Virgilio si sedeva per poetare), poche le copie di quotidiani che ritirava la locale rivendita di tabacchi. Così a Paolo Celada, presidente della “Virgiliana”, una cooperativa sociale onlus, è venuta un’idea: perché non comprarla, rimetterla a nuovo e dare magari un paio di posti di lavoro a categorie svantaggiate? Detto fatto, consultato il sindaco – Francesco Aporti – sono stati segnalati dal Comune due cittadini disabili. 

Lui è Fabio Grasselli, 62 anni, faceva il carrozziere, ha dovuto cessare l’attività in seguito ad un brutto incidente stradale che non gli consentiva più di lavorare, troppo “giovane” per riscuotere la pensione degli artigiani. Lei è Dinora Cocconi, 28 anni, diversamente abile a causa di una patologia, appassionata di pallavolo, impegnata un paio d’ore al giorno in una mensa scolastica. Eccoli qua, i nuovi edicolanti di Cerese. Lui si occuperà del chiosco, lei – per le strade della frazione - del domicilio che ai lettori costerà solo 3 euro al mese.



Entusiasti della nuova avventura. «Era dura, dopo una vita di lavoro, svegliarsi e restare con le mani in mano», dice lui. «A parte il servizio casa per casa, cercheremo di riportare qualche giovane in edicola», aggiunge lei con l’entusiasmo dei suoi anni ancora verdi.«Purtroppo le aziende sono poco propense a inserire o reinserire i diversamente abili nel mondo produttivo – dice Celada – ma questa ci è sembrata una bella opportunità: da un lato far rivivere il vecchio chiosco dei giornali, dall’altro dare la possibilità a due persone disabili (lui al 70%, lei al 50) di poter intraprendere una nuova vita con un impegno part-time retribuito secondo il contratto nazionale delle cooperative». 

Soddisfatto anche Alcide Boni, segretario provinciale del Sinagi, il Sindacato nazionale giornalai: «Un piccolissimo raggio di sole in un cielo ormai grigio da troppo tempo: a Mantova e provincia hanno chiuso oltre venti edicole negli ultimi dieci anni e ben sei solo tra maggio e ottobre scorsi. Certo, con la supremazia del web la crisi della carta stampata colpisce un po’ tutta la filiera, dagli editori in giù ma se si continua con abbonamenti superscontati o con le promozioni tipo “due riviste al prezzo di una” difficilmente se ne potrà venir fuori».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Dicembre 2019, 08:17
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