Due anni di Covid, Giuseppe Remuzzi: «Sbagliammo a sottovalutare l'allarme da Wuhan»

Il mea culpa del direttore dell'istituto Mario Negri: "Avremmo dovuto mobilitarci e invece perdemmo un mese di tempo, è un rimorso che mi porterò dentro per sempre"

Due anni di Covid, Giuseppe Remuzzi: «Sbagliammo a sottovalutare l'allarme da Wuhan»

A due anni esatti di distanza dalla conferma del primo caso ufficiale di Covid in Italia, arriva il mea culpa di Giuseppe Remuzzi. Il direttore dell'Istituto Mario Negri, infatti, spiega quale sia il più grande rimorso personale e dell'intera comunità scientifica.

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«La comunità scientifica, della quale faccio parte, ha una enorme responsabilità nel disastro di questi due anni. Era il 24 gennaio quando mi fu mostrato uno studio su Lancet, in cui i colleghi cinesi che avevano studiato i pazienti infettati dal nuovo coronavirus a Wuhan avvertivano di ciò che sarebbe accaduto» - ha spiegato Giuseppe Remuzzi al Corriere della Sera - «Non ci abbiamo creduto, nel giro al massimo di 72 ore avremmo dovuto dare vita a una mobilitazione, avvertire le autorità, far sentire la nostra voce, parlare con i singoli ricercatori.

Invece, abbiamo perso tempo, abbiamo perso almeno quelle 4 settimane che poi furono fatali alla mia Bergamo».

L'incubo in cui piombò la Lombardia, e soprattutto Bergamo, fu decisamente improvviso. Giuseppe Remuzzi, bergamasco, ha raccontato che il 19 febbraio 2020 era a San Siro per assistere ad Atalanta-Valencia, la partita di Champions League che fece diffondere il contagio. «Non andavo allo stadio da 20 anni. Racconto questa vicenda per dire come nonostante le conoscenze tecniche che stavamo immagazzinando, eravamo ben lontani da una corretta percezione della realtà. Dopo, è facile per tutti fare i professori. Ma quella sottovalutazione generale rimane l'errore più grande» - spiega Remuzzi - «Nei giorni successivi ho avuto paura. A un certo punto, dissi a uno dei miei più cari amici: qui moriamo tutti».

Giuseppe Remuzzi, infine, descrive il giorno della vaccinazione come il migliore: «La data precisa è il 27 dicembre 2020, il direttore dell'azienda sanitaria di Bergamo mi chiese di fare il vaccino per primo. Provai una sensazione di grande privilegio, della quale quasi mi vergognavo».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Febbraio 2022, 12:50
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