Draghi: «Normalità dal 2 giugno? Solo se in piena sicurezza»

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di Alessandra Severini

Le riaperture ci saranno ma solo in sicurezza. Mario Draghi lo sa che il clima nel paese è bollente, che le proteste si moltiplicano e che alcuni settori – primi fra tutti turismo, spettacolo e ristorazione – sono allo stremo. Così, nella conferenza che segue l’incontro con le Regioni prova anche lui a dare qualche speranza di ripartenza, ma senza creare false illusioni. Il faro saranno sempre i dati: quelli dei contagi naturalmente, ma anche e soprattutto quelli della campagna di vaccinazione. Tanto che si sta pensando di inserire il parametro delle vaccinazioni delle categorie a rischio tra quelli che si usano per autorizzare le riaperture.

LE PRESSIONI. Stesso discorso aveva fatto il premier durante l’incontro con Matteo Salvini che spinge per avere zone gialle già nella seconda metà di aprile per almeno sei tra regioni e province autonome. Draghi di date preferisce non parlare, ma assicura che il governo è assolutamente disponibile a rivedere le misure anticontagio anche prima del 30 aprile, data di scadenza dell’ultimo decreto.

2 GIUGNO. Il ministro del turismo Massimo Garavaglia ha ipotizzato la data del 2 giugno: «È la nostra festa nazionale e potrebbe essere quella la data delle riaperture». «Speriamo, magari anche prima – ha commentato Draghi - non diamo per abbandonata la stagione turistica, tutt’altro».

ISOLE COVID FREE. Il governo comunque sta pensando a dei rimedi per far ripartire l’economia.

L’esempio potrebbe essere quello della Grecia e delle sue isole Covid Free, ma anche i presidenti di Sardegna e Sicilia chiedono di non puntare solo sulle isole minori e si offrono di acquistare da soli i vaccini. Altra possibilità per attrarre turisti potrebbe essere quella del passaporto vaccinale.

LE PROTESTE. Anche ieri però si sono registrate proteste di ristoratori, ambulanti e lavoratori del settore del gioco legale in diverse città. Draghi ha condannato le violenze dei giorni scorso ma anche espresso la sua vicinanza a chi sta soffrendo gli effetti della crisi: «Capisco la disperazione a l’alienazione di chi protesta». Sul fronte delle attività culturali, esecutivo e regioni sono al lavoro per definire un piano per la riapertura di teatri, cinema e spettacoli dal vivo.

I FURBETTI DEL VACCINO. Ma per nutrire la speranza l’unico mezzo restano i vaccini. Per questo Draghi ribadisce che la priorità è vaccinare subito gli anziani e bacchetta chi sgomita per passare avanti: «Con che coscienza la gente salta la lista per vaccinarsi lasciando un rischio concreto di morte per le persone fragili o gli over 75?».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Aprile 2021, 11:06
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