Manovra, Draghi: «Tagliamo le tasse, più controlli sul Reddito. Pensioni, obiettivo pieno ritorno al contributivo»

Le parole del premier e del ministro dell'Economia da Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri

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Dodici miliardi al taglio delle tasse, in una legge di bilancio da trenta miliardi che ha una «bussola» e una «strategia» di fondo: spingere la crescita. Mario Draghi presenta così la sua prima manovra. Lo fa dopo giorni di confronto teso con i sindacati e i partiti della maggioranza e dopo tre ore di discussione in Consiglio dei ministri, con un nuovo braccio di ferro tra M5s e centrodestra sul Reddito di cittadinanza, che si chiudono con un applauso «di condivisione». 

Dodici miliardi al taglio delle tasse, in una legge di bilancio da trenta miliardi che ha una «bussola» e una «strategia» di fondo: spingere la crescita. Mario Draghi presenta così la sua prima manovra. Lo fa dopo giorni di confronto teso con i sindacati e i partiti della maggioranza e dopo tre ore di discussione in Consiglio dei ministri, con un nuovo braccio di ferro tra M5s e centrodestra sul Reddito di cittadinanza, che si chiudono con un applauso «di condivisione». I sindacati restano sul piede di guerra ma il premier apre a un confronto sulle pensioni per una riforma che dia più flessibilità in uscita, fermo restando che dal 2023 si torna al contributivo della legge Fornero. Su come tagliare le tasse, il governo discuterà con parti sociali e Camere. Ma fin d'ora Draghi si dice «soddisfatto» della manovra e prevede che il Pil crescerà quest'anno «ben oltre il 6%» e al 4,7% nel 2023, in salita rispetto alle previsioni: non è garantito che la crescita continui, aggiunge, ma «ci sono le basi» perché sia «a un livello più alto» e sia «più equa» e di «qualità», con un cambio di paradigma in chiave europea.

Sul capitolo più spinoso della manovra, le pensioni, il Consiglio dei ministri conferma la scelta di Quota 102, l'uscita con 62 anni di età e 38 contributi. È una scelta che non piace ai sindacati, come dice Pierpaolo Bombardieri della Uil evocando la piazza, e neanche alla Fiom-Cgil che annuncia un pacchetto di otto ore di sciopero. Draghi si mostra stupito delle proteste: «Non mi aspetto uno sciopero generale, mi sembrerebbe strano, c'è la disponibilità del governo a ragionare». La disponibilità, dunque: il premier annuncia che dopo un anno di Quota 102 si tornerà al contributivo, alla legge Fornero. Ma aggiunge che il governo aprirà un confronto, già nelle prossime settimane, su tre punti: flessibilità in uscita, riequilibrio delle pensioni per i giovani, recuperare al mercato del lavoro chi è andato in pensione e oggi lavora in nero. Con un principio di fondo: l'equilibrio dei conti, per cui ogni intervento dovrà essere sostenibile.

Draghi in conferenza stampa

«Voglio ringraziare i ministri Franco e Orlando, è stato fatto un lavoro veramente notevole e siamo molto soddisfatti. Alla fine cdm c'è stato un applauso, c'è stata condivione per il lavoro fatto. Questa è una legge espansiva, che accompagna la ripresa ed è in piena coerenza con gli altri documenti che guidano l'azione economica di questo governo. Si agisce sia sulla domanda ma anche molto sull'offerta: tagliamo le tasse, stimoliamo gli investimenti». Lo ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa. «Confermiamo molti incentivi per il prossimo anno come quello delle costruzioni: hanno avuto ruolo molto positivo per stimolare la ripresa delle costruzioni».

«Paese crescerà oltre il 6%»

«Al problema del debito pubblico, a quello delle prestazioni sociali inadeguate e alle altre giuste modifiche del nostro sistema sociale che non abbiamo potuto fare negli anni passati si esce attraverso la crescita: il Paese crescerà bene oltre il 6% e questa è una bussola e la strategia di questo governo. Bisogna mantenere questa crescita anche negli anni a venire, questi trimestri sono stati notevoli e il quarto si annuncia positivo. Sempre maggiore attenzione si mette sulla qualità di questa crescita e questa è una novità, è un mutamente nel pensiero di chi fa economia in Europa», ha aggiunto il premier. «Italia cresce molto ora, ma questa legge di Bilancio non assicura che questa crescita continui in futuro ma getta le basi perchè continui a un livello piu alto e sia anche più equa».

«12 miliardi per taglio tasse»

«Sulle tasse mettiamo 12 mld per ridurre la pressione fiscale e non otto come si dice in giro. 8 miliardi vanno ad un intervento mirato per ridurre le imposte sulle societa, sulle persone, sul cuneo fiscale e ci sono varie ipotesi di impiego di questi 8 mld che definiremo con il Parlamento. Destiniamo 40 miliardi in un triennio alla riduzione delle imposte, di cui 24 al cuneo e la parte restante agli incentivi fiscali, alle famiglie e imprese per il patrimonio immobiliare e la digitalizzazione», dice ancora il presidente del Consiglio. 

«Rilancio degli investimenti»

«Puntiamo con forza sul rilancio degli investimenti: 89 miliardi nel periodo che va dal 2022 al 2036 ma se uno considera tutto, il Pnrr i fondi stanziati e i fondi in manovra, il tutto porta a una cifra di 540 miliardi di investimenti nei prossimi 15 anni», spiega Draghi.

Reddito di cittadinanza, più controlli 

«Del reddito di cittadinanza condivido il principio ma bisogna che abbia un'applicazione che, da un lato, sia esente da abusi e dall'altro non sia di intralcio al buon funzionamento del mercato del lavoro».

Ha detto il premier aggiungendo che sono stati previsti «meccanismi di controllo diversi che dovranno assicurarsi che il primo obiettivo sia raggiunto (controlli che - ha sottolineato - saranno piu precisi ed ex ante la percezione del reddito) e che anche il secondo, cioè che il reddito per gli occupabili non sia un ostacolo all'accettazione di proposte di lavoro». Draghi ha anche fatto osservare che «il sistema precedente non ha funzionato» e che ora, pur «mantenendo lo spirito» si punta ad incentivare l'occupazione. «Inoltre - ha aggiunto - a differenza di prima, quando accettando il reddito si perdeva tutto, questo viene oggi graduato perchè sia un incentivo ad accettare l'offerta di lavoro. Ma su questo ci stiamo ragionando», ha spiegato.

Pensioni, «l'obiettivo è il ritorno in pieno al sistema contributivo»

Sulle pensioni «l'obiettivo è il ritorno in pieno al sistema contributivo, con una transizione a Quota 102 (38 anni di contributi e 64 anni di età)». Ha detto il premier Draghi spiegando che il governo ha messo mano a Opzione donna, all'Ape sociale «ampliando la gamma di soggetti che possono utilizzarlo. Il governo - ha aggiunto - è disponibile al confronto con le parti sociali» e con il Parlamento «perchè l'obiettivo - ha ribadito - è il pieno ritorno al contributivo che è la »scatola« dentro cui tante cose si possono aggiustare», come ad esempio «recuperare al lavoro chi ne è uscito e si trova in nero. Quota 102 avvicina prima al contributivo», dato che «entro un anno bisogna starci ma c'è anche la disponibilità a correggere alcune parti» dialogando «con le parti sociali e con »il governo«».

«Fondi per costruzioni scuole»

«La legge di bilancio è coerente con il Piano di ripresa e resilienza, acceleriamo i fondi fortemente» e tra i progetti una delle «idee più importanti è quella di avere un formato standard per la costruzione delle scuole progettato da grandi architetti e che i comuni potranno usare: il tempo per costruire una scuola il tempo potrebbe essere ridotto».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Ottobre 2021, 07:38
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