Dottoressa prende il Covid e muore: è infortunio sul lavoro, 125mila euro di risarcimento alla famiglia

Dottoressa prende il Covid e muore: è infortunio sul lavoro, 125mila euro di risarcimento alla famiglia

di Paolo Travisi

La morte provocata dal Covid, da cui si è stati contagiati sul luogo di lavoro, non è la conseguenza di una malattia, ma deve considerarsi un «infortunio» sul lavoro, risarcibile dall'assicurazione privata. E' quanto deciso dal giudice del lavoro di Trento, Giorgio Flaim, la cui sentenza obbliga la compagnia assicuratrice dell'Enpam, l'ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici, al pagamento di 125 mila euro di indennizzo, per il decesso della dottoressa, scrive L'Adige in un articolo.

Covid, chi è guarito non ha più bisogno del vaccino. Lo studio: «La memoria immunologica resta nell'organismo»

La sentenza di risarimento

Gaetana Trimarchi, nel 2020, durante la prima ondata del Covid, fu contagiata dal virus all'ospedale Santa Chiara di Trento, dove lavorava ormai da molti anni, e morì pochi giorni dopo, sconvolgendo la comunità sanitaria, poiché era stata la prima vittima fra i medici della provincia.

Dopo il decesso e passata l'emergenza, il fratello della dottoressa ha portato avanti la richiesta di risarcimento danni in sede civile. Vincendola.

«Così come "violenta" sarebbe, ad esempio, la ferita provocata dalla caduta di un mattone sulla testa di una persona, allo stesso modo ben può dirsi violenta l'infezione di cui qui si discute, con un'alterazione dello stato normale di intere parti dell'organismo, al punto da causare gravissime sofferenze e, alla fine, addirittura la morte del soggetto», si legge nella sentenza del giudice, secondo il quale l'infortunio mortale, causato dalla sua attività professionale deve essere risarcito con la cifra di 125 mila euro.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Settembre 2022, 13:22
© RIPRODUZIONE RISERVATA