Dottoressa aggredita nella guardia medica, lo sfogo di Alessandra: «Sembra un ring, siamo soli e indifesi»

Dottoressa aggredita nella guardia medica, lo sfogo di Alessandra: «Sembra un ring, siamo soli e indifesi»
«Tra due settimane starò meglio, ma l'amarezza non passerà mai. Siamo soli e indifesi». È uno sfogo duro, ma più che legittimo, quello di Alessandra Pizzo, giovane dottoressa della guardia medica di Bagheria (Palermo), aggredita da una donna all'interno della struttura nel pomeriggio di sabato scorso. La 31enne, che nell'aggressione ha riportato una distorsione con 15 giorni di prognosi, ha sporto denuncia ma si è lasciata andare ad uno sfogo sui social.

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La giovane dottoressa era stata aggredita da una donna decisamente furiosa, che l'accusava di non averle passato al telefono il pediatra che si trovava in una stanza vicina. Dagli insulti, ben presto si è passato all'aggressione fisica. Su Facebook, Alessandra Pizzo ha commentato così l'aggressione subita: «Spesso mi chiedono perché continuo a lavorare in guardia medica a Bagheria, in fondo ci sono posti più tranquilli, con meno lavoro e con gente più educata. Non ho mai saputo rispondere a questa domanda, ma me lo richiedo oggi, dopo aver conosciuto la cattiveria dell'essere umano. Forse sento di appartenere a questa città, sento di voler e dover fare qualcosa per lei. O forse sentivo».

Lo sfogo di Alessandra rivela anche il disagio di medici che fanno di tutto per operare al meglio in contesti difficili: «Non mi sono mai sentita sicura in quella guardia medica, sembra un ring più che un posto di lavoro. Oggi non posso che confermarlo. Vi offriamo il nostro meglio con il nostro niente. Ci portiamo a casa i nostri piccoli grandi successi, le spalle larghe, il bene fatto bene, i vostri grazie e i vostri sorrisi ed andiamo avanti.
Se ci aggredite non possiamo più farlo. Se a 31 anni mi togliete la passione e la dedizione per questo “lavoro di trincea” finirò per scappare via anche io. Bisognerebbe ricominciare da “ama il prossimo tuo come te stesso”, poi capire il rispetto per il medico
».

Il caso di Alessandra Pizzo è stato denunciato anche dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG), che ha chiesto un inasprimento delle pene per chi aggredisce il personale sanitario in servizio: «Ormai, qualsiasi medico sa di poter ricevere minacce, insulti e aggressioni mentre lavora. Dobbiamo tutelare tutti i medici, donne in primis. Il Ministero della Salute e il Parlamento, che stanno lavorando ad un ddl sulla sicurezza degli operatori sanitari, inseriscano la procedibilità d'ufficio nei riguardi di chi aggredisce il medico nell'esercizio delle sue funzioni».


Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Gennaio 2019, 16:48
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