Due donne uccise in due agguati, giallo nel catanese. Il killer si è suicidato: era un ergastolano in licenza premio

Una persona è sotto interrogatorio: testimone o favoreggiatore?

Due donne uccise in due agguati, giallo nel catanese. Il killer si è suicidato: era un ergastolano in licenza premio

di Ilaria Del Prete

Il corpo di una donna di 45 anni è stato trovato all'interno della sua auto a Riposto, nel catanese. Si chiamava Carmelina Marino e aveva 48 anni. Poco prima di essere ritrovata cadavere nella Suzuki sul lungomare Pantano, aveva fatto rifornimento da un benzinaio vicino al porto turistico. Secondo le prime informazioni le avrebbero sparato alla testa, le indagini sono affidate ai carabinieri. Anche un'altra donna, trovata riversa in strada in via Roma, è morta per le ferite da arma da fuoco: si chiamava Santa Castorina, 50 anni. I due femminicidi sarebbero collegati: trovato morto suicida anche il sospetto killer, che aveva una relazione extraconiugale con la prima vittima.

Salvatore 'Turì La Motta, di 63 anni, l'uomo che si è suicidato davanti la caserma dei carabinieri di Riposto, sospettato di avere ucciso poco prima due donne, era un ergastolano in licenza premio. Lo si apprende da fonti attive nell'inchiesta. Era stato condannato per associazione mafiosa e per un omicidio commesso prima del 2000. Era detenuto in regime di semi libertà: lavorava di giorno e la sera rientrava in carcere. Oggi era l'ultimo giorno di un permesso premio di una settimana.

L'omicida delle due donne si è suicidato

L'uomo che si è suicidato dinanzi la caserma dei carabinieri di Riposto, nel catanese, si chiama Salvatore La Motta ed aveva 63 anni. Secondo quanto si è appreso aveva una relazione extraconiugale con la prima vittima, la donna assassinata in un'auto sul lungomare Pantano, che aveva 48 e non 43 anni come appreso in un primo momento.

L'omicida è il fratello di «un boss locale»

È il fratello di Benedetto La Motta, noto come “Benitò o 'Baffo”, di 65 anni, arrestato da militari dell'Arma nel luglio del 2020 nell'ambito di un'inchiesta su un omicidio e indicato come il referente a Riposto della 'famiglià mafiosa Santapaola-Ercolano, Salvatore 'Turì La Motta, di 63 anni, l'uomo che si è suicidato davanti la caserma dei carabinieri di
Riposto, sospettato di avere ucciso poco prima due donne. Secondo la Procura distrettuale di Catania, che aveva coordinato le indagini dei carabinieri della compagnia di Giarre del comando provinciale etneo, sarebbe stato Benedetto La Motta ad «ordinare l'omicidio» di Dario Chiappone, ucciso a a Riposto nell'ottobre del 2016.

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I collegamenti tra i due femminicidi

Il primo omicidio, quello sul lungomare di Carmelina Marino, 48 anni, è «certamente collegato al suicidio» avvenuto davanti la caserma dei carabinieri, sul secondo, quello di Santa Castorina, di 50 anni, si sta «cercando di capire il movente», anche se, «al 90 per cento, visti dinamica, luoghi e tempi» sembra avere un'unica dinamica.

Lo afferma il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, sui due delitti e il suicidio di Riposto. L'uomo che si è ucciso è «una persona con precedenti penali». Sull'accaduto indagano i carabinieri della compagnia di Giarre e del comando provinciale di Catania.

Persona sotto interrogatorio: testimone o favoreggiatore?

I carabinieri stanno interrogando una persona nella caserma di Riposto, nel catanese, in relazione alle indagini sull'omicidio di due donne e del suicidio di un 63enne. La sua posizione è al vaglio della Procura di Catania. Secondo quanto si è appreso avrebbe assistito al primo delitto, quello di Carmelina Marino, di 48 anni, commesso sul lungomare Pantano. Gli investigatori stanno cercando di accertare i motivi della sua presenza: se sia stato un testimone involontario o un favoreggiatore del 63enne. Secondo quanto emerso l'uomo non era presente a ferimento mortale dell'altro agguato.


Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Febbraio 2023, 18:19
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