C'è un proiettile nella testa di Rkia Hannaoui. L'autopsia, che si è svolta oggi, ha confermato l'ipotesi fatta dagli investigatori dopo l'ispezione cadaverica e la tac cerebrale. Mercoledì 29 marzo la procura di Rovigo parlava di ferimento alla testa «presumibilmente a causa di un proiettile» facendo intendere che per la conferma o l'eventuale smentita serviva l'esito dell'autopsia.
Esito dell'autopsia
Esito che è arrivato puntuale oggi. Rkia Hannaoui, 31 anni, casalinga marocchina residente ad Ariano Polesine (Rovigo), è stata dichiarata morta il 29 marzo. L'intervento dei carabinieri nella cucina del piano terra della casa di via Fine ad Ariano Polesine, dove la donna viveva assieme ai due figli, di 8 e 11 anni, e al marito, è avvenuto alle 16 circa di martedì 28 marzo.
L'arrivo all'ospedale di Rovigo della donna, ferita gravemente, è delle 17.46 dello stesso giorno. Nemmeno 24 ore dopo la commissione medica ha decretato la morte della paziente, che si trovava in terapia intensiva. Uno dei due figli della vittima ha detto agli investigatori di aver visto la madre cadere sui fornelli prima di stramazzare sul pavimento. A chiamare i soccorsi è stato il vicino di casa al quale, il giorno dopo, sono stati sequestrati i fucili, mentre all'appello mancava una pistola.
Il marito e l'alibi di ferro
Il fascicolo alla procura è stato aperto per il reato di omicidio ma, fino all'ultima nota della procura, era contro ignoti. Il marito, Lebdaoui Asmaoui, 52 anni, anche lui marocchino, ha un alibi di ferro. Era in un altro luogo, con altre persone, al momento dei fatti.
La testimonianza contraddittoria
«È morta perché ha sbattuto la testa. È caduta perché è andata in 'svanimentò (svenimento, ndr). È caduta perché stava senza mangiare, per il Ramadan».
«Era distesa in terra, poverina - ha raccontato - la guardo, e non ha mica niente, non vedo niente; la muovo un pò, niente da fare e poco dopo si mette a rantolare». A quel punto ha chiamato i carabinieri e il 118. «(L'infermiera) l'ha piegata di fianco, e ho visto sangue, un pò di sangue per terra, ed è quando ha battuto la testa». Quanto alle armi sequestrate in casa, l'uomo riferisce che i Carabinieri gli hanno preso «quattro fucili», mentre sulla pistola afferma che «è una pistola buona, una 3.65», e che «ce l'hanno loro». Ma non ritiene possibile che sia stata maneggiata da uno dei bambini: «No, no - conclude - loro sanno che sono importanti quelle cose».
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Aprile 2023, 08:53
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