Dolomiti, una valanga investe gruppo di sciatori: un morto, aveva 28 anni

Dolomiti, una valanga investe quattro sciatori: un morto, aveva 28 anni
Ancora una vittima di una valanga. Stavolta l'ammasso di neve si è staccato sulle Dolomiti del Brenta, in Trentino, e ha travolto quattro persone uccidendo un 28enne, Andrea Concini, esperto alpinista. Nelle ultime ore una donna con la sua figlioletta e un'altra bimba, provenienti dalla Germania, erano morte dopo il distacco di una valanga in Val Senales: su quest'ultimo caso la Procura ha aperto un fascicolo.



L'incidente sul Brenta è avvenuto nella zona del rifugio Tuckett: la vittima, originaria di Tuenno, si trovava nella zona dello Spallone dei Massodi. Il 28enne stava salendo con ramponi, picozza e gli sci sullo zaino lungo lo scivolo Massari insieme agli altri tre scialpinisti quando un distacco nevoso ha travolto due di loro trascinandoli a valle fino alla base del canalone, senza seppellirli. Gli escursionisti sono stati estratti dalla neve dagli uomini del Soccorso alpino intervenuti con le unità cinofile. Due di loro sono rimasti illesi, un altro è stato trasportato dall'elicottero all'ospedale Santa Chiara di Trento in leggero stato di ipotermia mentre per il giovane non c'è stato nulla da fare.

Dopo il nulla osta delle autorità, la salma è stata trasportata fino a Madonna di Campiglio. La seconda persona travolta è stata stabilizzata ed elitrasportata all'ospedale Santa Chiara di Trento con alcuni traumi, mentre le altre due persone illese sono state portate a valle. Sulla morte di della donna di 25 anni e di due bimbe di 7 anni, travolte nella Val Senales sulla pista assieme a diversi sciatori, la procura di Bolzano ha aperto un fascicolo e sono già stati acquisiti foto e video del pendio. In una prima fase dell'inchiesta dovrà essere stabilito se si è trattato di un distacco spontaneo e in questo caso se esso era in qualche modo prevedibile oppure se la valanga è stata provocata da altri sciatori durante un fuoripista. A breve sarà nominato un perito.

Già subito dopo l'incidente Thomas Konstantin Stecher, Direttore delle Funivie Ghiacciai Val Senales, aveva spiegato: «I nostri collaboratori la mattina presto hanno valutato la situazione e non c'erano pericoli. Se avessero avuto dei dubbi non avrebbero certo aperto la discesa a valle», senza escludere che la valanga possa essere stata causata da sciatori fuori pista. In quelle stesse ore altre valanghe avevano messo a repentaglio la vita degli escursionisti, a Punta Cervina nelle Alpi Sarentine, a 2600 metri di quota, dove una persona era stata estratta viva dai suoi compagni dalle masse nevose che lo avevano travolto.

Una terza slavina si era staccata a Col de Riciogogn nel parco naturale Fanes-Senes-Braies nelle vicinanze di San Vigilio di Marebbe, fortunatamente senza coinvolgere persone.
In generale, gli esperti avvertono che in quota è possibile il distacco di slavine, in alcuni casi di notevoli dimensioni, anche con il solo passaggio di un ciaspolatore, di un singolo scialpinista o sciatore in fuoripista. L'invito è alla massima prudenza nell'affrontare le montagne innevate e a consultare i bollettini nivometeo, oltre che a muoversi non da soli e con la necessaria attrezzatura come l'apparecchio Artva cerca-persone, pala e sonda utili in caso di un escursionista travolto.

Ultimo aggiornamento: Domenica 29 Dicembre 2019, 20:00
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