Discoteche, ecco quando possono riaprire. Il sottosegretario Costa: «Distanziamento è impossibile, sì al green pass»

Discoteche, ecco quando possono riaprire. Il sottosegretario Costa: «Distanziamento è impossibile, sì al green pass»

Procedono spedite le riaperture in zona bianca, ma sulle discoteche è ancora tutto fermo: domani dovrebbe esserci un vertice tra il governo e i gestori per riaprire le sale da ballo, uno dei settori più colpiti dalla pandemia di Covid-19 nell'ultimo anno e mezzo. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, a Tg2 Italia su Rai2, ha detto che «l'intenzione del governo è sicuramente dare una risposta al settore delle discoteche nella consapevolezza che devono riaprire. Ma non dobbiamo fare gli errori dello scorso anno, perché le discoteche devono riaprire per far ballare. Il distanziamento non può essere un criterio. Dobbiamo lavorare, invece, su due aspetti: sul contenimento e le capienze ridotte e sull'entrare in sicurezza e in questo caso il green pass può essere applicabile».

«Non c'è dubbio - ha precisato - che dobbiamo dare una risposta anche al settore delle discoteche, che ad oggi è l'unico che non ha avuto ancora una risposta e merita invece di avere pari dignità rispetto a tutte le altre attività. Su questo stiamo ragionando. Credo il metodo migliore sia condividere un percorso con le regioni, come fatto per altre riaperture». In particolare per Costa va individuato e applicato «un protocollo che permette di individuare tracciare e monitorare gli accessi». Il cts, ha aggiunto, «sta lavorando a un protocollo che è stato presentato dalle associazioni di categoria». Ma il criterio, ha ribadito, «non può esser quello del distanziamento, perché non possiamo dire 'apriamo ma dovete ballare a due metri', perché la discoteca è per definizione il luogo in cui si va per stare insieme e socializzare».

Artelio (Silb Veneto): «Siamo allo stremo»

Questa mattina all'Adnkronos il presidente della Silb del Veneto Paolo Artelio, ha lanciato un grido d'allarme da parte dei gestori: «Siamo allo stremo, le nostre famiglie e quelle dei nostri collaboratori non ce la fanno più, debbono farci riaprire, e il 30 per cento delle discoteche non riaprirà più», le sue parole. «Siamo parlando di almeno 900 discoteche su un totale di 2.500-3.000 a livello nazionale, e di una cinquantina su un totale di 170 in Veneto che non riapriranno più le porte.

Senza dimenticare i nostri collaboratori: un totale di 10 mila lavoratori tra diretti e indiretti occupati nelle discoteche del Veneto».

«Siamo stati le prime aziende a chiudere e siamo l'unica categoria che non ha ancora una data di riapertura», stigmatizza. E a poco serve secondo il presidente del sindacato dei locali da ballo del Veneto la possibilità di far funzionare le discoteche solo come 'piano bar': «andare in discoteca e non poter ballare è come andare al ristorante e non poter mangiare...», spiega. Artelio auspica che «domani si discuta veramente della riapertura, speriamo si possa fare dal primo luglio. Non capiamo infatti perché, noi siamo stati accusati di essere degli untori, e ormai si balli dappertutto: in spiaggia, nei bar, nelle piazze e non nei luoghi deputati, in cui vengono adottati protocolli di prevenzione e sicurezza, come previsto». «Per questo, visto che il 21 giugno dovrebbe finire il coprifuoco, la data giusta sarebbe il primo luglio: avremmo una decina di giorni per organizzarci, adottare tutti i protocolli di prevenzione che ci verranno richiesti, perché vogliamo riaprire in sicurezza, non siamo degli incoscienti, ma degli imprenditori seri», conclude. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Giugno 2021, 12:49
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