Diagnosi sbagliate, spuntano altri casi. Il dramma di una donna: «Ora ho una menomazione, non guarirò mai»

Continuano le segnalazioni dal Friuli, dopo i due casi di fratture ignorate dai medici del pronto soccorso

Diagnosi sbagliate, spuntano altri casi. Il dramma di una donna: «Ora ho una menomazione, non guarirò mai»

Ancora altri casi di malasanità in Friuli, dopo le due vicende dei giorni scorsi di due donne andate in pronto soccorso con una frattura (una al gomito, una alla tibia) e mandate a casa con una diagnosi sbagliata. Il quotidiano Il Gazzettino, che ha esortato i suoi lettori a mandare segnalazioni via email, parla di altri tre casi simili di pazienti che sono usciti allo scoperto per raccontare la loro esperienza.

«Solo una botta, torni a casa»: ma in realtà aveva una frattura al gomito. Il caso incredibile

«Torni a casa, è solo una contusione», ma aveva una frattura al perone: altro caso in Friuli

Diagnosi sbagliate, altri tre casi in Friuli

Niente lastre, frattura del perone

Il primo caso riguarda una donna del pordenonese, rimasta coinvolta in un incidente in scooter: «Sono stata trasportata al pronto soccorso di Pordenone in codice arancione. Mi hanno visitata e nonostante lamentassi forti dolori al polpaccio e alla caviglia, mi hanno parcheggiata in corridoio dicendomi che dovevo fare i raggi. Attendo circa 2 ore, poi mi portano in un stanzino e il medico mi dice che posso essere dimessa. Ho subito chiesto: e i raggi? Lapidaria la risposta: signora noi siamo qui, se ha bisogno ritorni!». 

«Trascorro 4 giorni con antinfiammatori, ma i dolori non passano - continua - e non riesco neppure a camminare. A quel punto chiamo il mio medico che mi invita ad andare subito al pronto soccorso. Al triage spiego l’accaduto e in mezz’ora mi visitano e poi vengono eseguite le lastre che non mi avevano fatto il giorno dell’incidente. L’esito è sconcertante: frattura composta della testa del perone». 

«Lastre fatte, ma il medico non le ha viste»

Il secondo caso è una donna di Roma, che nel 2018 va in Friuli a trovare i consuoceri: «Anche a me al pronto soccorso di Pordenone il medico di turno aveva diagnosticato una contusione guaribile in 10 giorni dopo una caduta con gli sci.

Invece avevo cinque fratture composte al bacino e ben tre si sono scomposte perché pensando di avere “solo” una contusione, mi sono ovviamente mossa». «A me le lastre le hanno fatte, ma il medico che le ha lette non ha visto le cinque fratture, due sull’osso sacro, tre sul bacino. Dopo 10 giorni di dolori atroci, ero già rientrata a Roma, sono andata all’ospedale dove mi hanno fatto gli accertamenti. Le fratture, visto che ho camminato e mi sono mossa, si erano, intanto, scomposte ed ora ho una vera e propria menomazione. Non possono più guarire e mi fanno sempre male».

L'anziana con una vertebra fratturata

Il terzo caso è il figlio di un'anziana di 83 anni, che scrive per raccontare della mamma: «Due anni fa - racconta - ho portato mia madre al pronto soccorso di Pordenone su consiglio del 112 che mi ha inviato una ambulanza. Mia mamma era rimasta bloccata a letto e soffriva di forti dolori alla schiena che neppure gli antidolorifici somministrati dal medico di base le davano sollievo. Arrivata al pronto soccorso in ambulanza è stata tenuta 3 ore sulla barella senza essere visitata e poi volevano mandarla a casa con una Tachipirina».

«Dopo aver insistito che cosi non potevo riportarla a casa perché non stava in piedi, le hanno somministrato un antidolorifico più potente e la prescrizione per una visita di terapia del dolore. Portata dopo alcuni giorni Cro per la terapia del dolore, le viene prescritta una risonanza alla schiena per capire il motivo del male. La risonanza l’abbiamo fatta in forma privata per averla prima e la diagnosi è stata: frattura della vertebra D12 con conseguente crollo vertebrale. E pensare - conclude - che al pronto soccorso di Pordenone non le è stata fatta nemmeno una radiografia, ma è stata rispedita a casa con un antidolorifico».


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 23:31
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