Dazn, stop al doppio dispositivo per ogni abbonamento: sui social esplode la rivolta

La piattaforma che ha i diritti della Serie A: "Decisione per combattere la pirateria"

Dazn, stop al doppio dispositivo per ogni abbonamento: sui social esplode la rivolta

di Marco Castoro

Finalmente l’arbitro ha concesso il calcio di rigore in favore della tua squadra. È la svolta della partita. Il tuo rigorista ha il pallone tra le mani e sta per metterlo sul dischetto ma… attenzione: c’è il Var! Passa un altro minuto e mezzo. Poi… evviva! Il rigore è confermato. Il rigorista prende la rincorsa e… noo!!!! Compare l’odiata rotella clessidra del collegamento internet!!! Perché? ti chiedi, proprio adesso! Purtroppo è così.

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La serie A è in streaming su Dazn e può accadere anche questo. Anzi, accade anche questo. Così come accade che sei costretto a guardare la partita della tua squadra a casa con la cuffia sulle orecchie perché altrimenti ascolti in anticipo l’euforia degli altri inquilini del palazzo che gridano al gol mentre tu stai ancora a centrocampo. Anche questo è Dazn. Però almeno c’è un vantaggio: l’abbonamento ha dei costi ancora abbordabili e puoi vedere la partita su più device, magari dividendo la spesa con un altro amico o addirittura più di uno.

All’inizio era proprio questa la freccia all’arco di Dazn. Ma ora tutti questi vantaggi rischiano di cancellarsi. Dazn si appresta a mettere fine alla possibilità di concedere a due utenze collegate allo stesso abbonamento di accedere ai contenuti contemporaneamente da due device che si trovano a distanza l’uno dall’altro. Un colpo basso. Che arriva dopo neanche un terzo delle partite del campionato di Serie A.

Il provvedimento – dicono a Dazn – nasce per combattere la pirateria ma se invece si tratta di una trovata per vendere più abbonamenti è un’autorete clamorosa perché molta gente farà la disdetta dell’abbonamento che possiede. Ovviamente come la notizia si è diffusa c’è stato il sollevamento popolare. Sui social e nei bar, tra le associazioni dei consumatori e nei palazzi della politica. Nessuno condivide il nuovo provvedimento. C’è addirittura chi chiede l’intervento del governo e dell’Antitrust. Le regole d’ingaggio non si cambiano in corsa. È una condizione che va rispettata sempre.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Novembre 2021, 19:44
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