Il rapporto realizzato dall’Istat insieme all’Istituto superiore di sanità mostra un quadro di gran lunga peggiore. Il valore è riferito a una media su tutto il territorio italiano (6.866 Comuni sui 7.904 totali), ma il lockdown ha frenato l’avanzata del virus nel Centro e Sud, evitando un impatto ancor più devastante. I due istituti hanno suddiviso il loro studio in tre aree in base alla dimensione della diffusione del contagio: alta, media e bassa. Nel Nord, in particolare nelle aree più colpite, si è riscontrato il 91% di eccesso di mortalità mentre nelle zona a bassa diffusione è inferiore all’1,8%. Analizzando le province, la percentuale di decessi a Bergamo è cresciuta del 568%, a Cremona del 391%, a Lodi del 371%, a Brescia del 291%, a Piacenza del 264%.
Numeri impressionanti che calano vertiginosamente scendendo verso il Meridione dove spicca il caso di Roma: 9,4% di morti in meno rispetto agli anni passati. Nel rapporto sull’aumento di mortalità viene anche ipotizzato la causa delle vittime indirette da Covid-19, ovvero conseguenti alla crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale nelle aree maggiormente affette. A queste si aggiungono le persone che potrebbero non esser state sottoposte al test: Istat e Iss ne contano 11.600.
Nel frattempo ieri il bollettino ha registrato altri 195 morti con il bilancio che ha superato quota 29mila.
Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Maggio 2020, 11:42
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