Cuneo, donna uccisa al supermercato. Chi è il fidanzato che ha confessato: militare, cresciuto nella comunità del Forteto

Donna uccisa al supermercato, chi è il fidanzato che ha confessato: militare, cresciuto nella comunità del Forteto
«Abbiamo fatto la spesa insieme, poi in auto abbiamo litigato. Ho perso la testa. Stavamo insieme ma non ce la facevo più, mi aveva chiesto molti soldi durante il lockdown». È la confessione fatta da Francesco Borgheresi, 41 anni, fermato ieri dalla polizia nel parcheggio di un supermercato alla periferia di Cuneo, che ha poi ammesso di aver sparato e ucciso la compagna Mihaela Apostolides, 41enne di origini romene.



Dopo essere stato portato in ospedale, dove gli è stata estratta dalla mano sinistra una pallottola che si è sparato nella colluttazione con la vittima, l'uomo è nel carcere di Cuneo.

La vittima era in Italia da 15 anni, abitava a Cuneo, dopo un periodo a Saluzzo, e lavorava in bar e locali notturni. Durante il lockdown ha condiviso con la sorella un alloggio in una frazione di Cuneo. Lo stesso dove ha passato la notte di giovedì con l'uomo, un militare. Borgheresi, appassionato di armi, era partito da Firenze per rivederla. Con sé aveva due pistole e tante munizioni, trovate e sequestrate dalla polizia scientifica. Una calibro 6,35, l'arma con cui ha ucciso la donna, trovata nell'abitacolo. L'altra, un revolver, era nel bagagliaio, dove c'era anche uno zaino del terzo reggimento alpini. L'uomo, divorziato, è dipendente dell'Istituto cartografico di Firenze. Aveva chiesto il trasferimento per stare vicino ai genitori. Dopo l'interrogatorio col sostituto procuratore Alberto Braghin, sono in corso gli accertamenti sui cellulari della coppia, oltre a una perquisizione della polizia nella casa del militare a Firenze.

Francesco Borgheresi è nato nel 1978 e fino all'età di 20 anni è vissuto nella comunità 'Il Forteto' di Vicchio, in provincia di Firenze, al centro di processi per violenze sessuali e maltrattamenti conclusi con numerose condanne. È quanto evidenzia l'Associazione vittime del Forteto, precisando che Borgheresi non era uno dei bambini affidati, dal tribunale di Firenze, alla comunità di Rodolfo Fiesoli, detto il Profeta, bensì figlio di soci fondatori della comunità.

«Dolore, tragedia nella tragedia e ancora dolore - commenta l'Associazione delle vittime - Francesco Borgheresi è nato al Forteto da una socia fondatrice di quella che, per 40 anni, è stata considerata una comunità taumaturgica per minori e disabili.
In ottemperanza al dogma 'fortetiano' del rifiuto della famiglia di origine, non è stato cresciuto dalla madre ma affidato da Fiesoli a una madre 'funzionale' Daniela Tardani».

Ultimo aggiornamento: Sabato 23 Maggio 2020, 12:19
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