Il panettone alla cannabis legale: a Milano è realta il Natale "stupefacente"
In particolare, i militari hanno accertato l'esistenza di una organizzazione criminale che, sistematicamente, trafugava i mitili da impianti siti nel primo e secondo seno Mar Piccolo - o li coltivavano abusivamente in impianti illegittimi - per poi distribuirli ad «acquirenti di fiducia locali» (che a loro volta li commercializzavano nei banchetti presenti sulle strade tarantine) ma anche a grandi centri di spedizione, ricavandone ingenti guadagni derivanti dal basso, ovvero inesistente, costo di produzione o acquisto in quanto prodotto dell'attività illecita del furto.
Tale sistema consentiva agli indagati di aggirare le stringenti normative sanitarie in materia che prevedono lunghi ed accurati cicli depurativi dei mitili, nonché le previste movimentazioni del prodotto, finalizzati ad abbattere la contaminazione batterica ed livelli di PCB e diossine, causando COSì seri rischi per la salute pubblica. Nello specifico, alcuni degli arrestati si occupavano di organizzare i furti e la vendita dei beni sottratti, le operazioni di trattamento, sgranatura dei pergolati di mitili (al fine di perderne la tracciabilità, data dalla colorazione della retina scelta da ogni miticoltore) nonché di consegna del prodotto confezionato in sacchi del peso di 10 kg cadauno agli «acquirenti di fiducia», previa prenotazione telefonica del quantitativo richiesto. Ulteriori indagini hanno portato alla luce, inoltre, la vendita del prodotto in due centri di spedizione all'ingrosso di Taranto che provvedevano ad etichettare come proprio, il prodotto in questione, «sanandone» di fatto la provenienza. Le ordinanze Di custodia cautelare (due in carcere e cinque ai domiciliari) sono state emesse dal gip Giuseppe Tommasino su richiesta dei sostituti procuratori Giovanna Cannarile e Daniela Putignano..
Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Novembre 2018, 16:54
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