Zona gialla a un passo, commercianti nel panico: «Non reggeremo un altro colpo prima di Natale»

In Friuli-Venezia Giulia la situazione più critica d'Italia, esercenti esasperati

Zona gialla a un passo, commercianti nel panico: «Non reggeremo un altro colpo prima di Natale»

Il virus rialza la testa in tutta Italia, ma è soprattutto in Friuli-Venezia Giulia che si registra la situazione più critica. All'atteso balzo dei contagi, infatti, si è purtroppo affiancata una maggiore pressione ospedaliera ed è proprio la Regione del Nord-Est quella che rischia più di tutte il passaggio in zona gialla. I commercianti, proprio ora che si avvicina il Natale, sono a dir poco preoccupati.

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In Friuli-Venezia Giulia sia i ricoveri ordinari per Covid, sia le terapie intensive sono all'11% dell'occupazione. Se i ricoveri ordinari sono ancora di quattro punti percentuali al di sotto della soglia d'allerta, le terapie intensive sono già oltre il livello minimo per il passaggio in zona gialla. Questo comporterebbe nuove restrizioni per i cittadini ma soprattutto per i commercianti. Come scrive Davide Lisetto per Il Gazzettino, sono diversi i rappresentanti degli esercenti che non nascondono i loro timori per nuove chiusure, seppur parziali, che rischiano di distruggere l'economia a poco più di un mese dal Natale.

«Se quasi dopo due anni siamo di nuovo a dover attendere con ansia il venerdì le decisioni del ministero su cosa potrebbe accadere il lunedì successivo allora significa che qualcosa non ha funzionato», dichiara Fabio Cadamuro, barista e responsabile di categoria per l'Ascom Confcommercio di Pordenone.

Ugualmente preoccupata anche Antonella Popolizio, rappresentante di Federmoda e vicepresidente dell'Ascom provinciale: «Nuove limitazioni a dicembre sarebbero un disastro, non vogliamo nemmeno pensarci. Dopo tutto quello che è stato fatto, dopo i vaccini, dopo un'estate in cui sembrava tutto finito, abbiamo sempre continuato a rispettare tutte le norme. Speriamo si trovino soluzioni diverse».

I settori che rischiano di più, con un eventuale passaggio in zona gialla, sono quelli della ristorazione e della cultura. Se i cittadini dovrebbero indossare le mascherine anche all'aperto, nei ristoranti e nei bar scatterebbe il divieto di sedere ai tavoli per più di quattro persone non conviventi. «Tornare alla spirale dei colori significherebbe nuove chiusure anticipate, parziali o totali. Una situazione che metterebbe in seria difficoltà tanti commercianti, che stanno già facendo molta fatica a riprendersi dopo il lockdown e la zona rossa dell'anno scorso» - spiega ancora Fabio Cadamuro - «Già da un paio di giorni le persone mi chiedono se possono bere il caffè al bancone o se devono andare fuori, c'è un effetto psicologico evidente ancora prima che le misure entrino in vigore».

Anche per questo motivo, i commercianti friulani chiedono misure alternative a quelle già in vigore nei mesi scorsi. «Non avremmo mai immaginato, la scorsa estate, di ritrovarci a metà novembre col rischio di nuove restrizioni. Abbiamo supportato la campagna di vaccinazione e osservato sempre tutte le regole, dopo quasi due anni siamo daccapo, non è possibile» - conclude Fabio Cadamuro - «Speriamo solo in un miglioramento dei dati e possibili soluzioni, magari per le aree messe peggio, che salvaguardino le zone dove la situazione è migliore. Altrimenti stavolta sarà davvero dura».


Ultimo aggiornamento: Domenica 14 Novembre 2021, 12:13
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