Il virologo Silvestri: «Tanti parlano di virologia, pochi giocano in Champions League. Seconda ondata? È possibile»

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Il virologo Guido Silvestri ha tenuto un'audizione questa mattina in Commissione Affari sociali sulla sperimentazione in atto per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 con il plasma e sulle altre sperimentazioni in corso. Lo scienziato, direttore del dipartimento di Patologia presso la Emory University di Atlanta, è diventato noto nelle ultime settimane per le sue 'Pillole di ottimismo' sulla sua pagina Facebook.
 
 

«La curva dei casi in Italia ha avuto un andamento 'a campana asimmetrica' che è durato due settimane, poi c'è stato il plateau e poi la discesa che non è stata intaccata dalle tre riaperture che si sono susseguite», ha detto Silvestri. «Anche i ricoveri in terapia intensiva ha visto una crescita rapida per 2-3 settimane poi un lento declino, ed oggi ci sono meno di 100 pazienti in terapia intensiva. Siamo nella fase di transizione da pandemia acuta ad endemia». 

VIROLOGIA E CHAMPIONS LEAGUE «In Italia molte persone parlano di virologia, ma sono pochi quelli che 'giocanò in Champions League. Quindi suggerisco di fare attenzione alla provenienza delle informazioni», la metafora calcistica usata da Guido Silvestri, direttore del dipartimento di Patologia presso la Emory University di Atlanta, in audizione in Commissione Affari sociali della Camera sulla sperimentazione in atto per il trattamento dei pazienti con Covid-19 con il plasma e sulle altre sperimentazioni in corso. «Per la mia conoscenza credo che sia possibile una seconda ondata del virus. Ci sono stati 6 coronavirus prima di questo e alcuni sono entrati nella popolazione umana. Due si sono affacciarti e poi sono usciti, prima la Sars e poi la Mers, gli altri sono diventati virus stagionali». 

PLASMA «Ad oggi in Usa sono stati trattati con plasma da convalescente, approvato dalla Fda a marzo, 28 mila pazienti. Grazie al dono di 41 mila convalescenti, in maggioranza fuori da studi clinici controllati», ha detto SIlvestri, che ha sottolineato alcune problematiche della terapia con plasma iperimmune. «C'è una disponibilità attualmente limitata perché diminuiscono i malati, e quindi occorrerebbe da subito fare scorte e conservarle» e inoltre «è problematica anche la sua standardizzazione», ha concluso.

GLI ANTICORPI MONOCLONALI «Ci sono oltre 70 anticorpi monoclonali in sviluppo, i dati sono molto promettenti in vitro e sugli animali.
I dati clinici dovrebbero essere disponibili entro fine anno, prima dei vaccini. Per questo dobbiamo farci trovare pronti. Se verso novembre-dicembre arriverà l'evidenza clinica su questi anticorpi, ovvero che proteggono contro l'infezione, dobbiamo essere pronti per avere un numero di dosi sufficienti per trattare un alto numero di persone», ha aggiunto. «L'emivita di questi anticorpi è di 3-4 settimane, il che significa che potrebbero essere usati in una infusione per gli infetti, ed in una infusione ogni 3 settimane per i soggetti a rischio (medici, infermieri e anziani)».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Luglio 2020, 18:49
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