Covid e terza ondata, Rezza: «Rt e incidenza non scendono più, ancora troppi morti»

Covid e terza ondata, Rezza: «Rt e incidenza non scendono più, ancora troppi morti»

La pandemia di coronavirus è ancora una realtà e la seconda ondata non è affatto finita: anzi, si rischia una terza ondata. E stamattina il direttore della prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza, intervenuto al Forum Risk Management di Arezzo, non ha dato buone notizie: «C'è la tendenza a un'inversione in atto, l'Rt tende a non scendere più» e in questo momento «dobbiamo avere atteggiamenti previdenti per evitare che l'epidemia riparta durante la campagna vaccinale: questo è un rischio da scongiurare», ha detto. «Nelle scorse settimane - ha aggiunto - abbiamo visto una tendenza positiva, ma ora abbiamo un numero di decessi ancora alto, siamo sopra-soglia per i posti occupati in area medica e intensiva. Non stanno più scendendo l'Rt e l'incidenza. In questa situazione si impone prudenza». 

Quanto al vaccino: «Per raggiungere l'immunità di gregge occorrerà vaccinare il 60-70% della popolazione. Dunque questo sarà un obiettivo successivo» della campagna di vaccinazione contro Covid-19, «che inizierà simbolicamente il 27 dicembre» con «all'inizio poche dosi a disposizione». «Dopo è previsto l'arrivo scaglionato di un numero sempre maggiore di dosi». «Sappiamo già da ora che sarà disponibile un vaccino, uno dei tre vaccini a Rna che saranno disponibili durante il primo quadrimestre 2021.

Ci sarà una finestra di tempo, un periodo entro il quale il numero di dosi disponibili sarà limitato e questo ha determinato la necessità di fare scelte e prioritizzare alcune categorie di popolazione».

RSA COVID FREE Quindi, prosegue Rezza, «in una prima fase della campagna si tenderà a sfruttare l'effetto diretto della vaccinazione, cioè la protezione delle persone ad alto rischio di malattia grave. Soprattutto l'obiettivo è rendere Covid free alcuni ambienti: gli ospedali innanzitutto, ma anche le Rsa. Si renderà necessario dunque vaccinare gli operatori sanitari e i residenti nelle strutture Rsa, che sono state particolarmente colpite nella prima fase epidemia». È chiaro che «dopo con un aumento del numero di dosi si procederà a vaccinare gli anziani, a cominciare da quelli con età più avanzata. È la scelta fatta da tutti gli Stati quella di ottenere un effetto di protezione diretta, vaccinando soprattutto popolazioni vulnerabili per diversi aspetti. La strategia poi potrà sfruttare diversi approcci».

LE SCUOLE Il 7 gennaio le scuole riapriranno in tutta Italia o soprattutto nelle aree in cui l'impatto di Covid-19 è minore? «Non so. Molto dipenderà dalle dinamiche epidemiche, dall'impatto dell'epidemia in quel periodo e anche dagli specifici territori, dove l'incidenza tende a essere molto bassa». «Se dicessimo fin da ora che in Italia non c'è alcun problema diremmo qualcosa che andrebbe invece verificata. Non ho posizioni pregiudiziali - ha chiarito Rezza - devo valutare giorno dopo giorno le dinamiche epidemiche e quelle che sono le possibilità che si danno per riaprire determinate attività. Poi sono altri a dover decidere». «Essere prudenti», però, sottolinea l'esperto, «vuol dire fare piccoli passi e permettersi riaperture laddove è possibile, anche valutando caso per caso».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Dicembre 2020, 11:53
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