Covid in Puglia, ai «furbetti del vaccino» una dose su cinque: dai falsi volontari a parenti e amici dei fragili

Covid in Puglia, ai «furbetti del vaccino» una dose su cinque: dai falsi volontari a parenti e amici dei fragili

In una regione come la Puglia che sta pagando un prezzo altissimo alla pandemia, con ospedali saturi, terapie intensive al collasso e dati su contagi e morti da record, il dato è inquietante: una dose di vaccino su cinque, in Puglia, è andata ai cosiddetti «furbetti del vaccino». A dirlo in un'intervista all'Adnkronos Salute è l'avvocato Antonio La Scala, coordinatore del Nucleo ispettivo regionale sanitario (Nirs) della regione, secondo cui nella prima fase della vaccinazione anti-Covid, quella destinata agli operatori sanitari, tra tutti i vaccini fatti, 1 su 5 è andato ai 'furbi', immunizzati sottraendo la dose a chi ne aveva diritto.

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La struttura dei Nirs, attiva contro la malasanità in questa fase è impegnata - unico esempio in Italia - in larga parte a 'scovare' i «vaccinati sleali», dice La Scala che non ama la definizione 'furbetti' perché «non si tratta di furbizia, ma di comportamenti che sottraggono a chi diritto di priorità un presidio salvavita». In Puglia, dice La Scala, su 135 mila vaccinazioni, dopo accurate verifiche su più elenchi, compresi quelli Inps, per ben 25 mila non si è riscontrata l'attribuzione corretta alla categoria. «Un dato che può essere traslato anche a livello nazionale se consideriamo che al 20 marzo risultavano vaccinati 2 milioni e 860 mila operatori sanitari e socio sanitari su 8 milioni di vaccinazioni totali, percentuali di oltre il 70% confrontabili con quelle pugliesi». 

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Comportamenti che, secondo il coordinatore del Nirs, si insinuano in un vuoto normativo: «Manca una norma specifica, si sarebbe dovuto regolamentare meglio sia le somministrazioni sia il profilo punitivo sanzionatorio». E che potrebbe essere d'aiuto, come deterrente, in questa fase in cui ci sono «molte segnalazioni di scorrettezze sulla vaccinazione dei conviventi di over 16 estremamente fragili, per vaccinazioni di persone senza alcun diritto». Nella prima fase della vaccinazione, in cui erano previste tre categorie per la distribuzione dei pochi vaccini (operatori sanitari, operatori socio sanitari, ospiti delle Rsa ) c'è stato un massiccio abuso della definizione di 'operatori sanitari e socio sanitarì, spiega La Scala.

I finti sanitari che si presentavano «a voce»

«Al 15 febbraio in Puglia, a fronte di 190 mila somministrazioni di vaccini, circa 135 mila risultavano inoculati ad operatori sanitari e socio-sanitari.

Un dato esagerato se si considera il numero degli appartenenti a questa categoria e anche il fatto che molti medici e altri professionisti sanitari non hanno ancora, ad oggi, avuto il vaccino», spiega ancora La Scala che con il suo nucleo ha analizzato gli elenchi delle diverse professioni sanitarie e socio sanitarie e fatto moltissime verifiche - «in un'ottica profondamente garantista» - su altri elenchi istituzionali.

Dopo la scrematura, rimangono 25 mila «che, allo stato non ci risultano avere una copertura come operatori sanitari». Persone «a cui è bastato semplicemente affermare a voce, nella compilazione dell'anagrafica vaccinale da parte dell'operatore di turno, di essere ciò che non erano. Non hanno avuto necessità, dunque, nemmeno di fare una autocertificazione, quindi senza prendersi alcuna responsabilità legale. Quella della categoria di appartenenza è uno dei 16 campi dell'anagrafica da compilare da parte di chi raccoglie i dati del vaccinando», spiega l'avvocato.

I finti parenti degli «estremamente fragili»

Negli elenchi dei vaccinati, inoltre, «abbiamo trovato, per alcune centinaia di persone, addirittura la categoria non compilata, in questo caso ci può essere di tutto». C'è poi una piccola parte di persone appartenenti al volontariato che è stata vaccinata senza diritto perché non appartenente, come prevedeva la norma, al gruppo di persone che si occupano di emergenza, trasporto oppure servizio a domicilio. E, infine, «la situazione più squallida, quella in cui si approfitta di una parentela o un qualche legame con over 16 estremamente fragili». «A Pasqua - conclude La Scala - quando si è cominciato a vaccinare in Puglia genitori, tutori e conviventi di questi ragazzi c'è stato il caos a giudicare dalle segnalazioni. Si sono presentati parenti, amici, la fidanzata del fratello, i genitori della fidanzata del fratello, i cognati....una marea di gente che ha sottratto il vaccino a chi avrebbe dovuto farlo. Questo è stato il fenomeno più brutto in assoluto».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Aprile 2021, 19:03
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