Noi lo abbiamo scoperto due anni fa, oggi: il Covid è qui. Era un venerdì, quando tutto è cambiato. Ma per i medici è cominciata la sera prima. Quella sera nell’ospedale di Codogno, nel Lodigiano, arrivava l’esito del tampone a cui era stato sottoposto il 38enne Mattia Maestri, grazie all’intuizione di una dottoressa anestesista, Annalisa Malara. E poi è pandemia. Il primo bollettino, 24 febbraio 2020, riportava 221 positivi e 7 morti. Ora, due anni dopo quel “paziente Uno”, siamo qui, dati di ieri sera: 12.469.975 il totale dei contagiati in Italia, e 152.989 decessi (141 nelle ultime 24 ore).
Covid, la strage dei sanitari: 500 le vittime, quasi la metà erano medici di famiglia
Sono i numeri di una catastrofe, da cui adesso si vede l’uscita, aggiornata in una data simbolica - quella di ieri - la seconda “giornata nazionale del personale sanitario e sociosanitario”.
Pesantissimo il tributo che la categoria dei camici bianchi ha pagato nella battaglia contro il Covid. Le vittime sono quasi 500: 370 erano medici e odontoiatri, e di questi, 216 erano medici di famiglia, del 118, guardie mediche, specialisti ambulatoriali, liberi professionisti, e 30 gli odontoiatri. Si aggiungono alla lista dei caduti 90 infermieri, tre ostetriche e 32 farmacisti.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Febbraio 2022, 07:38
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