Covis, l'Oms: «Omicron cala ma troppo lentamente». Anche in Italia ancora alti contagi e decessi

Covis, l'Oms: «Omicron cala ma troppo lentamente». Anche in Italia ancora alti contagi e decessi

di Domenico Zurlo

La pandemia di Covid-19 è finita? Neanche per sogno. Anche se i contagi nel mondo continuano a scendere ormai da settimane, il calo resta contenuto: soprattutto in Italia, quinta a livello internazionale e terza in Europa per nuovi contagi segnalati, secondo l'ultimo report dell'Oms.
Nessun Paese nell'area di riferimento registra un calo di oltre il 20%, con la curva che scende ancora piano (anche se per la terza settimana di fila), e il tassametro dei decessi che continua inesorabilmente a correre.

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«Diversi Paesi stanno progressivamente cambiando le loro strategie di test» davanti al calo dei casi, si sottolinea da Ginevra, ma non è ancora «il momento di abbassare la guardia». Nell'ultima settimana, con quasi 6,6 milioni di casi e 21mila morti nel mondo, le vittime da Covid sono state 1.390 in Germania, 1.255 nel Regno Unito, 935 in Italia, 865 in Francia. Numeri lontani da quelli drammatici di appena un anno fa, ma ancora vertiginosi, nonostante i 150mila decessi scongiurati solo in Italia dalle vaccinazioni di massa, come rilevato dall'ultimo report dell'Iss.
Con l'estate alle porte si spera in un addio alle restrizioni, dalle mascherine al chiuso al Green pass, e anche le stesse vaccinazioni nel nostro Paese stanno registrando un forte rallentamento: il nuovo Novavax non decolla (solo 36mila dosi in un mese e mezzo), e anche le quarte dosi restano al palo. I medici di famiglia registrano una forte reticenza da parte di molti anziani che non vogliono farsi vaccinare: una perdita di fiducia nell'efficacia del vaccino dovuta anche ai tanti casi di reinfezione.
La resa dei conti arriverà il prossimo autunno, con la eventuale dose di richiamo aggiornata contro le varianti, come auspicato da Pfizer che lavora su un vaccino su base annuale.

Nel frattempo occorrerà però risolvere il caos sul coinvolgimento dei medici di famiglia nelle inoculazioni (dato che la maggioranza degli hub vaccinali è stata chiusa) e accelerare sull'utilizzo degli antivirali, che vanno somministrati a pochi giorni dall'insorgenza dei sintomi. La luce in fondo al tunnel in definitiva è ancora lontana, nonostante la spesso invocata fine dello stato di emergenza.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Aprile 2022, 18:59
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