Sileri: «Natale non ci preoccupa, grazie al Green pass. Vaccino ai bambini? Ai miei figli lo farei»

Sileri: «Natale non ci preoccupa, grazie al Green pass. Vaccino ai bambini? Ai miei figli lo farei»

Che feste di Natale vivremo, alle prese ancora una volta con il Covid? Secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, non c'è da preoccuparsi per merito di vaccini e green pass, ma bisogna comunque restare cauti. «La situazione in vista del Natale non ci preoccupa, ma teniamo ovviamente uno sguardo ai numeri. Tuttavia la situazione attuale dei vaccinati, l'uso del green pass e la diagnostica terranno la situazione molto sotto controllo», ha detto a RaiNews24.

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«Personalmente credo che un'estensione dello stato di emergenza sia logica, anche perchè dobbiamo finire ancora le terze dosi, però la decisione verrà presa poco prima della scadenza» del 31 dicembre, ha aggiunto Sileri. Quanto al vaccino per i bambini: «Quando sarà approvato un vaccino anti-Covid per i bambini di 5-11 anni significherà che il vaccino è sicuro ed efficace: al momento l'ente regolatorio non si è ancora espresso. Io vaccinerei sicuramente i miei figli nel momento in cui il vaccino è approvato dagli enti regolatori». 

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«Nessun giro di vite sul Green pass»

Sileri ha poi aggiunto che l'Italia al momento non sta pensando a un giro di vite sul Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro, sul modello Vienna che ha deciso di dare il via libera solo a chi sia vaccinato o guarito dal Covid-19. «Al momento non stiamo lavorando a nulla del genere, il Green Pass come lo abbiamo impostato noi funziona e resterà così.

Con la diagnostica e con il tampone il certificato verde consente di tenere i numeri molto bassi e di rilevare quel sommerso di positivi che altrimenti non troveremmo. In più il Green Pass è stato un forte stimolo alla vaccinazione», aggiunge il sottosegretario.

Quanto alla campagna vaccinale, Sileri ha detto che «con le terze dosi che al momento sono destinate ai fragili, al personale sanitario e agli over 60 stiamo andando molto bene, ne facciamo circa 100mila al giorno». Ma «il vero problema sono i 2,7 milioni di over 50 che come prime dosi sono molto "bassi": le 20mila somministrazioni al giorno che si riesce a raggiungere sono un numero molto esiguo rispetto alla platea da raggiungere. Lì va fatta un'azione forte di comunicazione per convincerle».

«No-vax? Spesso colpa del passaparola»

A Trieste, «c'è una base di riluttanza nei confronti del vaccino e se hai meno vaccinati e meno Green Pass hai anche più focolai. Spesso a pesare è anche il passaparola, che porta ad avere più sfiducia e ad avere più persone che, a forza di sentirla ripetere, aderiscono ad un'idea sbagliata», aveva detto ieri Sileri su Radio Cusano Campus sull'aumento di casi Covid verificatisi a Trieste. Ad esempio, ha aggiunto, «l'affermazione che il vaccino sia sperimentale è una fake news ma, a forza di ripeterla alla fine la gente ci crede e con il passaparola si consolida un'idea, che diventa una semi realtà», e spesso questo avviene anche all'interno delle famiglie. «Io - aggiunge - avrei paura del contrario. Guardate in Germania, dove salgono casi e morti e non dico la quasi totalità, ma quasi, sono non vaccinati». Il fatto che il vaccino funzioni «è dimostrato dai fatti» e, ha concluso Sileri, «da medico è un vero dispiacere vedere persone no vax intubate e leggere nei loro occhi il rimpianto di non aver fatto qualcosa che avrebbero potuto fare per non trovarsi in quelle condizioni».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Novembre 2021, 12:59
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