Covid, la denuncia a Latina: «Noi infermieri dei reparti Covid costretti a spogliarci senza le norme di sicurezza. L’ospedale è pieno»

Coronavirus, la denuncia: «Noi infermieri dei reparti Covid costretti a spogliarci senza le norme di sicurezza. L’ospedale è pieno»

di Silvia Natella

Le strutture sanitarie italiane sono sotto pressione e l'emergenza coronavirus spinge a creare nuovi spazi da adibire a reparti Covid sacrificando interi comparti. «Noi capiamo la situazione - spiega a Leggo un infermiere dell'ospedale di Latina, l'unico hub dedicato della zona -  ma siamo costretti a spogliarci in un open space che viola le norme minime di sicurezza, la privacy e i protocolli necessari per prevenire il contagio». A fronte dell'aumento di pazienti, il dipendente denuncia una situazione che metterebbe a rischio l'incolumità di tutto il personale. 

 

«Dal 29 ottobre - continua l'infermiere - i nostri spogliatori sono stati destinati alla degenza e noi siamo stati spostati nel bel mezzo dei corridoi, in uno stanzone aperto a tutti e senza via di fuga. Se dovesse scoppiare un incendio sarebbe pericolosissimo». «È un labirinto di armadietti - spiega mostrando le foto - a cui si può accedere liberamente. Chiunque può entrare dentro e rubare». 

In questi tempi difficili con turni pesanti da sostenere, la nuova sistemazione è un'ulteriore fonte di stress. «Non vogliamo essere considerati eroi, vogliamo essere tutelati e rispettati per la nostra professionalità. Quasi tutti i reparti sono stati adibiti a reparti Covid e tutto il personale dell’ospedale, uomini e donne, si cambia insieme». Racconta che nella sala si possono trovare contemporaneamente anche 50 persone ed è impossibile mantenere il distanziamento tanto raccomandato. «Siamo appiccicati l’uno all’altro e se mi prendo il virus fuori come faccio a garantire il minimo di sicurezza in quella realtà?», si chiede l'uomo.

ll rischio sarebbe ancora più alto perché la divisa bianca sotto la tuta protettiva anti-Covid non viene tolta in un'area filtro: «L'uniforme non è contaminata, ma andrebbe trattata come tale, noi dovremmo spogliarci nelle prossimità del reparto in modo da non fare le scale avendola indosso. Entriamo in corridoi e zone di passaggio, spazi comuni a tante persone che entrano in ospedale anche per semplici accertamenti».

Alla dirigenza sono arrivate le prime lamentele, ma in una settimana «non è stato fatto niente». «Non ci hanno ancora trovato una soluzione.

Possibile che non riescano a trovare un posto idoneo? Noi capiamo la situazione complicata, ma non possiamo pagare noi la disorganizzazione aziendale». 


Ultimo aggiornamento: Sabato 7 Novembre 2020, 12:23
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