Covid, i dati Iss: «Vaccinati con doppia dose sono 7 volte più protetti». Sale l'incidenza tra i bambini

Covid, i dati Iss: «Vaccinati con doppia dose sono 7 volte più protetti». Sale l'incidenza tra i bambini

Continuano ad arrivare le conferme sulla protezione del vaccino, dalla mortalità fino ai ricoveri in ospedale i dati sono netti: chi si è sottoposto alle due dosi ha un rischio di essere ricoverato in ospedale sette volte più basso rispetto a chi non si è vaccinato (52 contro 7 ricoveri per 100.000 abitanti) che si aggiunge al dato che conferma la protezione contro la mortalità al 96,2%. Lo indica il rapporto di sorveglianza integrata Iss sul monitoraggio Covid sul sito Epicentro dell'Istituto, che riguarda il periodo che dal 26 luglio all'8 agosto.

Nell'ultima settimana, anche se ci sono segni giudicati positivi, è ancora aumentata l'incidenza dei contagi da Covid fra i bambini nella fascia 0-9 con un'incidenza leggermente superiore a 50 casi per 100.000 abitanti per la prima volta da inizio maggio. In linea con quanto osservato nella settimana precedente, l'incidenza nella fascia di età 10-19 è stata pari a 156 per 100.000 abitanti, nella fascia 20-29 è pari a 146 per 100.000 abitanti e nelle fasce 30-39 e 40-49 è pari rispettivamente a 79 e 56 per 100.000 abitanti.

Ricoveri e rianimazioni, dati non allarmanti

Resta sotto soglia del 10% la percentuale di saturazione delle terapie intensive, ferma al 4%. Sotto soglia anche i reparti di area non critica, fissata al 15% e ferma al 5%, da parte dei malati di Covid secondo i dati dell'Agenas (l'agenzia per i servizi sanitari regionali) aggiornati a venerdì. Ma a livello locale il dato cresce, seppur lievemente dell'1%, in 5 regioni nelle terapie intensive che raggiungono questi livelli di occupazione: Abruzzo (2%), Emilia Romagna (5%), Sicilia (10%), Umbria (2) e Veneto (3%).

Mentre scende, sempre dell'1%, l'occupazione in Puglia (al 4%) e in Lombardia (2). Per i reparti di area non critica si registra un aumento dell'1% in 5 regioni: Basilicata (8%), Calabria (13%), Liguria (4%), Bolzano (4%), Umbria (+1).

«Calano i morti, situazione in miglioramento»

La situazione «sembra lentamente migliorare, in particolare l'indice RDt - l' indice di replicazione diagnostica - che aveva raggiunto il valore di 2,26, è sceso sino a sfiorare l'unità e se riuscirà a oltrepassare questa soglia significherà che i contagi avranno iniziato a diminuire», spiega l'epidemiologo Cesare Cislaghi, già presidente dell'Associazione italiana di epidemiologia, mettendo in guardia da quella che definisce la «sindrome del 6 riacciuffato», una condizione per la quale dopo avere raggiunto un risultato con fatica, come a scuola, si abbandona l'impegno e si torna indietro nei voti.

«Con la lotta all'epidemia da Covid-19 sembra si sia instaurata una simile sindrome: soddisfatti di aver raggiunto una maggiore tranquillità, si abbassa la guardia e i contagi riprendono di nuovo, spesso peggio di prima». Cislaghi osserva che «nel frattempo è buona cosa che la quota dei contagiati che abbisognano di terapia intensiva sia scesa dall'1% a circa lo 0,3% e la letalità, che a inizio anno era del 3% poi scesa lentamente al 2%, attualmente si aggiri attorno allo 0,5%, cioè di soli 5 decessi ogni mille nuovi contagi». Una situazione positiva legata sia all'età media dei contagiati, sotto ai 30 anni, sia alla presenza di contagiati precedentemente già vaccinati.


Ultimo aggiornamento: Sabato 14 Agosto 2021, 20:10
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