Covid, l'allarme dei medici: «Se i casi aumentano ancora gli ospedali terranno due mesi»

Covid, l'allarme dei medici: «Se i casi aumentano ancora gli ospedali terranno due mesi»

di Simone Pierini

L'indice di crescita della curva è ormai diventato esponenziale portandosi dietro a sé la situazione ospedaliera. Con oltre cinquemila ricoverati e cinquecento persone in terapia intensiva «gli ospedali italiani potranno reggere almeno per cinque mesi ed al momento la situazione è gestibile, ma se dovessimo assistere ad un aumento esponenziale dei casi come sta accadendo in altri Paesi come la Francia allora il sistema ospedaliero avrebbe una tenuta di non oltre 2 mesi». Sono le parole di Carlo Palermo segretario dell'Anaao-Assomed, il maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri italiani.

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«Si rischia il crollo della prima trincea ospedaliera anti-Covid, perché gli ospedali non sono pronti a far fronte ad un'epidemia esponenziale». «Già ora - ha avvertito Palermo - si iniziano a registrare delle criticità, a partire dal personale sanitario carente e dalle strutture che non sempre garantiscono percorsi differenziati». Mancano medici («ne servono almeno altri 4mila») e le strutture non sempre sono adeguate: «Molti ospedali sono vecchi, magari costruiti oltre 50 anni fa» e «i reparti Covid ordinari cominciano a riempirsi, soprattutto al Sud».
Una forte preoccupazione condivisa anche dagli anestesisti che parlano di un rischio alto nei territori dove non si è affrontata la prima ondata. «Vediamo oggi una fotografia degli effetti di contagi avvenuti 2-3 settimane addietro - ha spiegato Alessandro Vergallo, presidente nazionale di Aaroi-Emac - per questo dobbiamo cercare di immaginare in prospettiva quella che sarà la fotografia di oggi che noi vedremo fra 3 settimane: nel giro di poco più di una settimana siamo passati da 200 a circa 450». «Il numero è relativamente basso - ha aggiunto - ma dimostra che non siamo di fronte ad una curva lineare, bensì ad un'iniziale curva esponenziale.

Il rischio è alto soprattutto nelle regioni che non hanno affrontato l'onda pandemica iniziale». Per Vergallo, «questa non è la risacca della prima ondata, è una vera e propria seconda ondata».


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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Ottobre 2020, 12:05
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