Caso Cospito, la premier Meloni chiama la Palombelli in diretta tv. «È sfida allo Stato, non c'entrano destra e sinistra»

La presidente del Consiglio interviene in tv sul caso Cospito e sull'allarme anarchici: "Consiglio prudenza e responsabilità"

Caso Cospito, la premier Meloni chiama la Palombelli in diretta tv. «È sfida allo Stato, non c'entrano destra e sinistra»

Giorgia Meloni come Silvio Berlusconi. Nella tarda serata di ieri, la premier è intervenuta sul caso di Alfredo Cospito in diretta televisiva, telefonando alla trasmissione Stasera Italia su Rete 4, condotta da Barbara Palombelli: un intervento che ha ricordato le tante telefonate di Berlusconi, da premier come da leader dell'opposizione, ai programmi tv, da Michele Santoro ma non solo.

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La telefonata di Giorgia Meloni

«Mi sono permessa di telefonare, una cosa che usualmente non faccio, perché in questi giorni ho visto molti toni che secondo me buttavano in politica una questione che in questo momento ci riguarda tutti. Ho chiamato per dire semplicemente questo e il governo non ha fatto altro che il suo lavoro facendo molta attenzione a non alzare i toni. Quando siamo stati interrogati, abbiamo risposto così come uno Stato serio deve fare», le parole della Meloni. «Consiglio francamente prudenza. Poi ho letto i titoli dei giornali che dichiaravano 'Meloni vuol far morire in carcere Cospito' e leggo dichiarazioni di anarchici che dicono 'noi colpiremo con le armi rivoluzionarie chi dovesse essere mandante di qualsiasi cosa capitasse mai a Cospito'. Quindi, consiglio responsabilità».

«Vorrei che fosse chiaro che la sfida non è al Governo, la sfida è allo Stato e lo Stato ci riguarda tutti. Non è un problema politico, non è un tema di destra o di sinistra», ha aggiunto la premier. «Il governo ha fatto il suo lavoro. Il ministro Nordio ha risposto nel merito, tra l'altro sul piano strettamente tecnico. Noi abbiamo portato in Cdm la vicenda per capire quali fossero le condizioni di salute di Cospito e per chiedere ai ministri competenti Piantedosi e Tajani quale fosse la situazione di sicurezza a livello nazionale e internazionale».

«Qui c'è gente che sfida lo Stato»

«Qui c'è della gente che sfida apertamente lo stato italiano dicendo 'o si fa come diciamo noi o rischiate in buona sostanza di vedere le vostre auto messe a fuoco e tutto quello che abbiamo visto accadere…' abbiamo gente che dichiara apertamente 'noi colpiremo se le cose non dovessero andare come diciamo noi'.

Lo Stato deve rimanere fermo di fronte a queste minacce di mafiosi e terroristi e ci chiediamo se il governo sta eccitando la piazza? Io francamente rimango un po' di stucco».

«Dobbiamo rimettere le cose nella giusta direzione e capire chi crea problema e chi non lo crea. Perché qui il governo non ha creato lui il problema, ci sono delle persone che decidono deliberatamente di sfidare stato italiano». «Di fronte a una situazione che è di nostra competenza, una situazione che iniziava a surriscaldarsi, noi abbiamo espresso la solidarietà, abbiamo attivato quello che dovevamo attivare, abbiamo semplicemente fatto il nostro lavoro. Dopodiché è montato questo caso non per volontà nostra e io stessa mi sono ritrovata a rispondere a delle domande. Quindi si è ritenuto di avviare questo dibattito ma non lo ha avviato il governo»


Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Febbraio 2023, 12:02
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