Cosenza, “terapia del dolore” su ragazzi disabili: arrestati tre operatori di una onlus

“Terapia del dolore” su ragazzi disabili: arrestati tre operatori di una onlus

di Daniele Molteni

Avevano creato un clima di violenza e terrore all'interno di una struttura che doveva curare i pazienti disabili. Per questo, due operatori sociosanitari ed un educatore di una onlus con sede nell'area urbana di Rossano, in provincia di Cosenza, specializzata nell'assistenza di persone diversamente abili, sono finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di maltrattamenti nei confronti di persone disabili.

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I 3, per l'accusa, sono responsabili di reiterati atti di vessazione e di violenza sia fisica che psicologica nei confronti di ragazzi diversamente abili seguiti in un centro diurno creando, spiegano gli gli inquirenti, un clima di «terrore e crudeltà» all'interno della onlus. 

Ricorso alla violenza per mantenere il controllo della struttura

L'inchiesta che stamani ha portato all'arresto ai domiciliari 2 operatori sociosanitari ed un educatore di una onlus per l'assistenza diurna di giovani disabili dell'area urbana di Rossano ha documentato il sistematico riscorso all'intimidazione ed alla violenza per mantenere il controllo della struttura, «i cui tratti di violenza e crudeltà hanno ingenerato un vero e proprio clima di terrore tra i ragazzi, al fine di consolidare il proprio potere all'interno della struttura, alternando minacce, aggressioni vere e proprie, nonché la famigerata “terapia del dolore”, utilizzata in particolare su una delle vittime, non solo per scopi educativi ma per sfogare - da parte di uno degli arrestati - i propri istinti sadici».

È quanto rileva il procuratore di Castrovillari Alessandro D'Alessio in una nota.

Dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari e condotta dai carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano Rossano, sono emersi, rilevano gli inquirenti, più comportamenti vessatori, mortificanti, violenti e degradanti posti in essere nei confronti degli ospiti disabili della struttura che «acquistano maggiore gravità, in quanto realizzati proprio da coloro che avrebbero dovuto tutelare persone caratterizzate da particolare fragilità psichica». Condotte che secondo l'accusa, sono da considerarsi tutt'altro che episodiche, visto che si trattava di un modus agendi reiterato dagli indagati in numerose e anche recenti occasioni.

L'accusa è di maltrattamenti per avere compiuto azioni violente, fisiche e psicologiche, o comunque non intervenendo per impedire l'evento, pur avendone l'obbligo giuridico. L'indagine, condotta attraverso riprese audio e video e servizi di osservazione, si è sviluppata dall'autunno 2021 all'aprile di quest'anno ed avrebbe evidenziato la drammaticità delle condizioni delle persone particolarmente fragili, ritenute, nelle valutazioni incidentali sin qui compiute, vittime innocenti di un sistema che il Gip non esita a definire «piegato agli istinti personali e sadici di uno degli indagati». L'indagine sin qui svolta dal Pm con la collaborazione dell'Arma dei Carabinieri e positivamente valutata da un giudice terzo, sarà sottoposta alle ulteriori verifiche con il contributo della difesa.


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 03:33
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