Coronavirus, gli studenti che sfidano il rischio contagio: «Il mondo ci vuole chiusi in casa, uscire è un atto rivoluzionario»

Coronavirus, gli studenti che sfidano il rischio contagio: «Il mondo ci vuole chiusi in casa, uscire è un atto rivoluzionario». Ed è polemica

di Simone Pierini
Il Coordinamento Studenti Medi Venezia-Mestre sfida le misure del governo indette per far fronte all'emergenza Coronavirus. E lo fa definendolo come «Atto rivoluzionario», una «Socialità contro la psicosi». Una denuncia contro le indicazioni di prevenzione all'espansione dell'epidemia che ha colpito l'Italia con 197 vittime e 3916 contagiati, nei dati aggiornati forniti venerdì nel bollettino della Protezione Civile.

Leggi anche > Coronavirus Veneto, 13 morti: nuova vittima a Padova, 543 contagiati

Mentre il Paese si organizza evitando contatti stretti e il governo chiude tutte le manifestazioni pubbliche, un gruppo di studenti crea una sorta di ribellione contro un nemico che, nei fatti, mette a rischio la salute di tutti noi. Solo pochi giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto responsabilità ai cittadini, invocando il rispetto delle poche regole indicate dal comitato scientifico al governo. 

«Oggi abbiamo dato vita ad una grandissima giornata di socialità al centro sociale Rivolta!», scrivono sulla loro pagina Facebook gli studienti in questione, mostrando le foto di cene comuni, gruppi di studio, assemblee e aperitivi. Dalle foto è facile notare come tutti i consigli e le prescrizioni di questi giorni vengano ignorate: dall'evitare le strette di mano al mantenere un metro di distanza. 



«Dopo il pranzo sociale, abbiamo avuto la possibilità di studiare tutt'insieme nell'aula studio - raccontano gli studenti - La giornata non si è conclusa così però: dopo assemblea, dove abbiamo commentato insieme a tanti studenti di varie scuole la situazione che stiamo vivendo, in particolare la normalizzazione della didattica online che toglie sempre di più il vero ruolo della scuola come spazio di formazione di un sapere critico e di socialità. Ci siamo confrontati in merito alla tragica situazione che si sta dando sul confine tra Turchia e Grecia, abbiamo discusso di antisessismo aggiornandoci verso quella che sarà la giornata di mobilitazione dell'8 marzo e dibattuto della grande iniziativa di sabato scorso alla centrale a carbone Palladio di Fusina. Dopo l'assemblea, un aperitivo studentesco a pochi schei e tanta socialità sono stati la perfetta conclusione di questa giornata».



Il messaggio di sfida a quella che definiscono una «psicosi», che appare invece avere molta aderenza con la realtà come confermano i fatti, stona con quanto l'Italia sta tentando di arginare. «Con la chiusura di tutte le biblioteche e di altri spazi di socialità, infatti, non abbiamo né spazi di convivialità né luoghi per poter studiare», denunciano sostenendo che «con la giornata di oggi siamo riusciti a dare una risposta forte e chiara: davanti alla psicosi collettiva che si sta affermando in questi giorni, noi ci organizziamo e ci troviamo continuando il nostro percorso» perché «in un mondo che ci vuole chiusi in casa, uscire è un atto rivoluzionario». No, non è il mondo a volervi chiusi in casa, ma è il rischio che un'epidemia possa precipitare in qualcosa di ancora più pericoloso. 

Nei commenti in molti si scagliano contro gli organizzatori di questa iniziativa: «Considerata questa enorme str****ta che avete fatto, riguardate il concetto di ruolo nella società che presumete di avere in un tale momento di crisi. Incoscienti», scrivono sotto al post degli studenti. «Avete fatto la figura degli incoscienti, dimostrando solo ottuso egoismo nel voler fare vedere che siete diversi e alternativi», si legge ancora. E di queste risposte se ne trovano a centinaia. «Non è un gesto contro la psicosi, anche se lo pubblicizzate come tale, ma contro il buon senso civico che in questo momento sarebbe stato necessario», commenta una utente.

E ancora: «Bravi complimenti un vero applauso all'intelligenza perduta! Vi auguro che ne voi ne vostri cari si possano ammalare...stanno già scarseggiano i respiratori e i posti letto in rianimazione. È la gente come voi che rende una cosa in realtà semplice come autodisciplina per 14 giorni una cosa impossibile. Egoisti. Ciechi di fronte all'evidenza».
 

Ultimo aggiornamento: Sabato 7 Marzo 2020, 14:05
© RIPRODUZIONE RISERVATA