Coronavirus a Roma, Spallanzani: dieci nuovi casi, i pazienti positivi sono 194, 19 necessitano di supporto respiratorio

Coronavirus a Roma, Spallanzani: dieci nuovi casi, i pazienti positivi sono 194, 19 necessitano di supporto respiratorio
I pazienti Covid-19 positivi sono in totale 194, dieci in più rispetto al bollettino di ieri. Di questi, 19 pazienti (ieri erano 17) necessitano di supporto respiratorio. In giornata sono previste ulteriori dimissioni di pazienti già negativi al primo test e comunque asintomatici. I pazienti dimessi, che hanno superato la fase clinica e che sono negativi per la ricerca dell'acido nucleico del nuovo coronavirus sono 324. I pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o presso altre strutture territoriali, compresa la Città militare della Cecchignola, sono a questa mattina 40. Lo si apprende da un comunicato della direzione sanitaria dell'Istituto Spallanzani di Roma.

L'aumento del numero dei pazienti è di dieci unità rispetto alla giornata di ieri e di 43 rispetto a lunedì. Stabile il numero di persone che necessitano di supporto respiratorio. 

IPPOLITO: «638 DIVERSI GENOMI,NON DIVERSA GRAVITÀ»

«Giornalmente c'è un organismo internazionale che rende disponibili tutti i genomi completi, ma il virus è sostanzialmente lo stesso, oramai classificato per aree di provenienza. E, alla data di oggi, abbiamo disponibili al mondo 638 genomi interi». Così il direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito, durante la trasmissione Agorà su Rai Tre, in merito alle diverse varianti del coronavirus in circolazione e alla presunta differenza di gravità di malattia collegati. I genomi del Sars Cov2 oggi, ha detto Ippolito, «sono divisi soprattutto in tre varianti: B, S e N. Recentemente la più diffusa è la variante S di Singapore e poi si è aggiunta la variante F, che ancora non è stabile. Questo accade perché il virus si modifica passando da persona a persona, come i genitori con i figli, ognuno il figlio non lo fa identico a se stesso ma leggermente diverso. Ma non ci autorizza a dire che ci troviamo di fronte a virus significativamente diversi e ancora non ci sono dati scientifici per dire che diano un'infezione di diversa gravità». Le variazioni dei genomi «servono a tracciare come il virus si muove da un paese all'altro e come cambia». È importante invece sapere, ha concluso, «che il recettore a cui il virus si lega è stabile». E «ancora oggi per oltre il 95% è il virus originale». 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Marzo 2020, 13:35
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