Coronavirus a Roma, i cinesi dimessi oggi dallo Spallanzani rifiutati da hotel e taxi

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«Non erano preoccupati per il fatto di essere stati ricoverati ma li preoccupava il fatto che gli alberghi non li accettavano e sono dovuti rimanere un'altra notte. Lo stesso con i taxi: li chiamavano parlando in inglese ma quando i tassisti vedevano che erano cinesi e non li facevano salire». Così Regina, una delle infermiere che ha assistito i venti cinesi ricoverati allo Spallanzani che oggi hanno lasciato l'ospedale romano dopo 14 giorni di quarantena. «Ieri erano senza mascherina, senza guanti, potevano socializzare e quindi anche uscire ma non hanno trovato posto, non avevano dove andare. Loro volevano uscire, pernottare fuori ma non è stato possibile».

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Ricoveratri in maniera precauzionale, i venti turisti cinesi facevano parte della comitiva dei due connazionali ancora ricoverati nell'ospedale romano. «Loro erano tranquilli - ha spiegato un'infermiera - anche se erano venuti a contatto con la coppia risultata positiva al coronavirus sono stati tranquilli, con maschere, camici, guanti.
Sono rimasti in camera. Erano ospitati in un reparto dell'ospedale dove c'erano soltanto loro venti, con l'equipe medica. Ma tutto l'ospedale si è prodigato». 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Febbraio 2020, 15:44
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