Il rischio di un secondo lockdown prima di Natale «c'è, ma se prendiamo provvedimenti credo che potremmo convivere con la presenza del virus. È necessario scovare più positivi possibile, soprattutto gli asintomatici; più li controlliamo e meno contagiano» e fare tesoro del «galateo che abbiamo usato nel primo lockdown per scongiurare il secondo». Lo ha detto Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell'Istituto Galeazzi di Milano, intervenendo questa mattina su Rai Radio2 a 'Non è un paese per giovani'.
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IL PUNTO DI NON RITORNO
«Le terapie intensive sopra 50-60% dei posti letto è un dato che può essere considerato 'il punto di non ritorno' - ha aggiunto - perché la situazione diventa difficile da gestire e il rischio è di passare da una crescita lineare a una esponenziale.» Le dosi di vaccino anti-Covid «arriveranno da metà del prossimo anno in una quantità disponibile per tutti». E tra un anno come staremo? «Tra un anno avremo ancora effetti e ferite. Il virus potrà essere declassato a più gestibile e governabile anche da un punto di vista terapeutico e dell'assistenza ai pazienti».
VACCINO ANTINFLUENZALE
Infine un passaggio sul vaccino antinfluenzale, «che è un'opportunità per tutti», sottolinea Pregliasco, «ma che diventa necessario per i soggetti a rischio.
TROPPI SUI MEZZI DI TRASPORTO IN ORARI DI PUNTA
«In effetti negli orari di punta, a Milano, si vedono troppi assembramenti. Occorre recuperare il distanziamento, a mio parere potenziando lo smartworking e dilazionando i tempi di ingresso a scuola e sul lavoro. Penso che anche la didattica a distanza per i ragazzi più grandi, dai 16 anni, potrebbe essere utile. Almeno in queste settimane. Se agiamo bene adesso che la diffusione non è ancora così elevata, infatti, saremo in grado di controllare la situazione». Ha detto ancora Fabrizio Pregliasco. «Se la situazione sfugge di mano, occorreranno interventi più pesanti e maldestri». E se ancora, secondo il virologo, la situazione nazionale è gestibile e la curva può essere piegata, «occorre tenere a mente gli scenari che ci arrivano dai modelli matematici: il peggiore ci dice quello che potrebbe accadere se non facciamo nulla. Ebbene, è importante ridurre gli assembramenti e rispettare, tutti, le misure. Anche perché è vero che gli asintomatici sono meno contagiosi, ma non li riconosciamo», conclude Pregliasco.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Ottobre 2020, 19:53
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