Spiagge, movida, negozi e uffici: è allarme. Capri, obbligo mascherina nel weekend.
Spot choc nel Lazio: "Non diventare complice del Covid"

Spiagge, movida, negozi e uffici: è allarme. Capri, obbligo mascherina nel weekend. Spot choc nel Lazio: "Non diventare complice del Covid"

di Mario Fabbroni
Ormai è diventata una rarità imbattersi in una mascherina. Specie se ci si trova in spiaggia oppure con gli amici al bar. Assembramenti ovunque, zero rispetto delle regole del distanziamento anti-contagio, perfino in uffici e negozi la morsa si è allentata. 

Governatori ed esperti ricominciano a tuonare. «Bisogna chiudere con i vigili urbani i negozi nei quali si trovano o commessi o clienti senza mascherina», avverte il presidente della Campania Vincenzo De Luca. A Capri, forse non a caso, il sindaco Marino Lembo ha dato il via a un tipo di ordinanza che potrebbe essere “copiata” da molti altri primi cittadini: «Prevede l’obbligo della mascherina durante il weekend, ovvero quando aumentano le situazioni di pericolo e i controlli diventano più difficili». Così nella celebre Piazzetta e per i vicoli dell’isola azzurra dal prossimo fine settimana scatteranno le multe contro chi non si protegge. La Regione Lazio ha allo studio un provvedimento molto simile, finalizzato a rendere obbligatoria la mascherina quando la movida diventa inarrestabile. Il Governatore laziale Nicola Zingaretti per il momento lancia forte campagna di sensibilizzazione, anticipata ieri su Facebook. Sui manifesti si legge: “Non diventare complice del COVID: usa la mascherina, igienizza le mani e mantieni le distanze”. 

Ovunque i sindaci sono sotto tiro perché invitati a emanare ordinanze che riducano gli assembramenti, specie da parte dei giovani. C’è un focolaio da 50 contagiati in un ristorante di Savona, un cluster in un piccolo paese dell’Alto Casertano. Eppure i nuovi casi sono in discesa libera: in Italia si contano solo 129 contagi nelle ultime 24 ore, 61 in meno rispetto a quelli già in discesa di lunedì. Numeri che scontano tra l’altro un’alta percentuale di casi di importazione, senza i quali la curva epidemica sarebbe in questo momento probabilmente prossima allo zero nel nostro Paese. Salgono invece da 13 a 15 i decessi. In netta discesa i casi in Lombardia, solo 34 rispetto ai 56 di ieri: solo il 10 luglio erano 135. Stesso discorso per i focolai in Emilia Romagna, dove il lavoro di contact tracing sta spegnendo le fiammelle (18 contro 42 delle 24 ore precedenti).
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Luglio 2020, 08:51
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