Coronavirus, nuovi malati e ricoveri in calo, ma i morti sono ancora 636

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di Simone Pierini
«I dati sono meno allarmanti, ma sono ancora allarmanti». Una frase che suona male nella lettura ma che fotografa al meglio il caso Covid-19 in Italia. L’ha pronunciata il professor Luca Richeldi, direttore dell’area pneumologia del Policlinico Gemelli di Roma, nel corso del bollettino della Protezione civile.

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Risale infatti la conta dei morti, 636 in più, che fa balzare il totale a 16.523. Una premessa quella di Richeldi che permette di analizzare al meglio la prospettiva dei miglioramenti del trend della curva epidemica, scesa al 2,8%, il picco più basso da inizio emergenza, ma che tradotta in valori assoluti presenta un incremento di ancora 3.599 casi di persone positive in un giorno (seppur con una diminuzione di quattromila tamponi). Meno rispetto a domenica, molto meno rispetto alle settimane che sono alle nostre spalle. Ma sempre troppi se guardiamo all’uscita dal tunnel. E se i casi totali sono oltre 130mila i pazienti attualmente malati hanno superato quota 93mila. Per questo sarà ancora lunga.
A confortare gli italiani è il terzo calo consecutivo delle persone ricoverate in terapia intensiva, sceso di altri 79 posti letto (171 in tre giorni), e l’aumento di soli 27 ricoverati con sintomi. Sempre Richeldi amplifica questo raggio di confronto: «Su base settimanale - ha spiegato il professore - dal 30 marzo abbiamo una riduzione dei ricoverati del 90% passando da 409 a 27. Per le terapie intensive da +75 a -79». Stringendo il quadro sulle cinque regioni più colpite la Lombardia ieri ha mostrato il trend di incremento inferiore dietro al Piemonte (+4,55%), il Veneto (+3,22%), l’Emilia Romagna e la Toscana (entrambe sotto il 3%).
La provincia con più casi d’Italia resta però quella di Milano che ieri ha registrato altri 300 positivi. Resiste il Lazio e tutto il Sud Italia con la sola Puglia sopra il 5% e la Basilicata sopra il 3%. . 
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Aprile 2020, 08:26
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