Coronavirus, otto italiani rientrati da Wuhan in quarantena al Celio di Roma: tra loro due neonati, una ha la febbre

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Coronavirus, otto italiani rientrati da Wuhan sono arrivati al Celio di Roma: tra loro due neonati, una ha la febbre. Dopo aver lasciato l'aeroporto militare di Pratica di Mare il pullman dell'Aeronautica militare con a bordo gli otto italiani rimpatriati oggi dalla Cina hanno raggiunto la Capitale, trasferiti al policlinico militare Celio dove trascorreranno i quattordici giorni di sorveglianza sanitaria. Sia gli italiani rimpatriati che il personale che li accompagnava a bordo del mezzo era munito di mascherine e guanti.

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Tra loro ci sono anche due neonati, un bimbo e una bimba nati nel 2019. I due piccoli sono con le proprie madri. La bimba aveva avuto la febbre nei giorni scorsi. «Sappiamo dai contatti avuti con noi e l'ambasciata che sono sollevati» gli otto italiani rimpatriati oggi e atterrati poco fa a Pratica di Mare con un volo dell'Aeronautica militare. Lo ha detto Stefano Verrecchia, Capo dell'Unità di crisi della Farnesina, parlando ai giornalisti davanti all'aeroporto militare, dove è atterrato il volo che ha riportato in Italia 8 italiani ma anche 12 stranieri. «Per loro il protocollo è lo stesso» degli altri 56 italiani rimpatriati lunedì scorso, ha spiegato Verrecchia, aggiungendo che quindi li attendono «14 giorni» di sorveglianza sanitaria.

DIRETTORE ISS IN VOLO CON ITALIANI: «MOLTO STANCHI MA FELICI»

Erano «tutti molto stanchi ma felici di rientrare» gli 8 italiani, «fra cui alcuni bimbi molto piccoli», appena atterrati a Pratica di Mare a bordo del volo KC767A dell'Aeronautica Militare. A testimoniarlo all'Adnkronos Salute è Andrea Piccioli, direttore generale dell'Istituto superiore di sanità (Iss), che era a bordo del velivolo in missione, ed ha appena finito le procedure di sbarco. «Sono partito questa notte alle 4,14 da Pratica di Mare - racconta il dg, che è anche un medico - e i tempi sono stati un pò più lunghi del previsto perché abbiamo incontrato una tempesta. Allo scalo di Brize Norton, vicino Londra, abbiamo intercettato le persone che dovevamo portare in Italia: erano già state suddivise su alcuni pullman. Qui abbiamo effettuato un primo screening, misurando a tutti la temperatura, controllandoli e chiedendo se avessero qualche sintomo particolare. Poi abbiamo imbarcato tutte e 20 le persone previste, fra cui otto italiani. A bordo le misure di sicurezza erano massime», assicura Piccioli. Oltre alla «tute gialla anticontaminazione, indossavamo occhiali, mascherina, calzari e doppi guanti. L'aereo era compartimentato e il volo è stato molto tranquillo. I passeggeri - ribadisce Piccioli - erano molto stanchi ma felici di rientrare». Dopo l'atterraggio e lo screening «gli italiani rientrati verranno portati al Celio, gli altri sono ripartiti». 
Ultimo aggiornamento: Domenica 9 Febbraio 2020, 19:05
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