Andrea Vianello: «Io e Nicola, il mio nuovo amico che inviterò a cena»
di Andrea Vianello
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Oggi invece se ci affacciamo sul balcone durante le infinite giornate di reclusione, lo spazio e l’estraneità tra noi non c’è più: abbiamo cantato insieme alle 18, quando ancora si cantava, conosciamo i nostri nomi, persino l’età dei nostri figli, e nella mia testa c’è l’idea che appena finirà tutto li inviteremo a mangiare, il mio nuovo amico Nicola e la sua famiglia, senza nemmeno rischiare di litigarci alla riunione di condominio. I nostri muri sono più sottili durante la quarantena, le nostre vite sono più trasparenti. E mentre posizioniamo smartphone e pc verso le nostre librerie rivelatrici per l’aperitivo di gruppo, forse capiamo, al di là delle app che ci toccherà installare, che la privacy è bella, ma in fondo non è poi così importante.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Aprile 2020, 10:26
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