Coronavirus, indice del contagio sotto 1: il nuovo fronte è nelle case. Le misure da prendere nei prossimi mesi

Coronavirus, indice del contagio sotto 1: il nuovo fronte è nelle case. Le misure da prendere nei prossimi mesi
Coronavirus, il contagio in Italia sta rallentando ovunque ma viaggia a velocità diverse tra Nord e Sud. Lo dimostrano chiaramente i dati del Consiglio superiore di sanità e illustrati dal presidente, il professor Franco Locatelli: «L'R con zero, l'indice che misura la velocità del contagio, è sceso sotto a 1 e si attesta intorno allo 0,8». L'obiettivo che ci si era prefissati dall'inizio del lockdown è quindi quasi raggiunto, ma ci sono nuovi fronti da considerare e per questo è necessario non abbassare la guardia.

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Il contagio è stato fortemente rallentato, ma non interrotto del tutto. Lo dimostrano i nuovi casi di positività, accertati quotidianamente: una media di tremila al giorno nelle ultime settimane, concentrati soprattutto nelle regioni del Nord. Se il Centro-Sud, dove l'R con zero è ben al di sotto dell'1, potrebbe pensare di avviare la fase 2 nel prossimo maggio, al Nord occorre considerare una riapertura graduale e molto più attenta.

Come scrive Mauro Evangelisti per Il Messaggero, il nuovo fronte del contagio non riguarda i luoghi pubblici, ma le abitazioni private, dove si rischia di infettare i propri familiari. Lo ha confermato anche il professor Gianni Rezza, direttore di Malattie infettive dell'Iss: «L'isolamento domiciliare, chiaramente, comporta un rischio maggiore di trasmissione all'interno della famiglia, specie se non ci sono le condizioni adatte e non si rispettano le regole». In tutta Italia, d'altronde, sono 79mila i pazienti positivi in isolamento domiciliare, senza sintomi o con sintomi lievi. Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, ha confermato che per ovviare al problema si stanno cercando strutture ricettive dove i positivi possano restare in quarantena, poiché in casa è praticamente impossibile garantire un isolamento totale (ogni paziente avrebbe bisogno di una camera e di un bagno proprio).

La misura annunciata da Borrelli è già partita in alcune regioni. Nel Lazio 700 delle 2000 stanze d'hotel disponibili per l'isolamento sono state già occupate e un progetto simile è al varo in Emilia-Romagna. L'isolamento totale è la nuova via per far fronte al contagio: va evitato il ripetersi di quanto accaduto all'interno di Rsa e residenze per anziani, dove quasi la metà dei deceduti dall'inizio di febbraio era risultata positiva al coronavirus o con sintomi compatibili col Covid-19.

Oltre all'isolamento, nella fase 2 sarà cruciale l'istituzione delle 'zone rosse' non appena saranno accertati nuovi focolai. La tempestività dei test e delle decisioni successive farà la differenza, come ha sottolineato più volte il professor Rezza, grande sostenitore dell'efficacia di queste misure. In fondo, lo dimostrano i fatti: il contagio è stato arrestato con risultati positivi in tutti quei comuni italiani in cui era stata decisa una chiusura totale. Si pensi ad esempio ai primi focolai di Codogno e Vo' Euganeo, ma anche a tutti gli altri comuni d'Italia (un centinaio in totale) diventati 'zone rosse' dall'inizio dell'emergenza. Sacrifici anche più duri di quelli a cui il paese è chiamato da più di un mese a questa parte, ma fondamentali per una lotta che rischia di protrarsi per lunghi mesi.
Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Aprile 2020, 13:22
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