Coronavirus, guariti record: in un giorno sono 2099, scendono i morti. Ma l'Oms avvisa: «Non è ora di rallentare»

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di Simone Pierini
«È ovvio che continuare con queste misure di contenimento ci può portare all’abbattimento della curva». Un disco che contiene un solo brano, ripetuto all’infinito dagli scienziati che hanno preso in mano l’emergenza Covid-19 in Italia. Parole che servono convincere i cittadini a fidarsi di queste misure per sperare in una nuova libertà. Questa volta è il professor Ranieri Guerra a pronunciarle, vicedirettore dell’Oms nonché membro del comitato tecnico scientifico al fianco del governo. Guerra definisce «deleterio» abbandonare i provvedimento perché «vanificherebbe tutti i sacrifici e le misure prese finora». Un monito che l’Oms ha lanciato a tutta l’Europa con il direttore regionale Hans Henri P. Kluge, invitando i Paesi a «raddoppiare e triplicare gli sforzi». 

Non è il momento di allentare quindi, perché i numeri, che a prima vista sembrano migliori, sono più realisticamente “meno peggiori”. Sono infatti morte altre 542 persone, che aggiorna il totale a 17.669 vittime, nel giorno in cui è parzialmente risalito il trend di nuovi contagi (da 2,3% a +2,8%) con un aumento di 3.836 casi (797 in più in un giorno). Quest’ultimo dato fortemente condizionato dal consistente aumento di tamponi effettuati in un giorno: ben 18mila in più rispetto a martedì. Più tamponi porta più positivi (attualmente 95.262 in Italia) perché il sommerso di asintomatici e di contagiati è ancora un mondo inesplorato. Tesi confermata anche dal professor Giovanni Rezza dell’Iss che ha parlato di una sottostima di «dieci persone infette per ogni caso accertato». Se di valori positivi si può parlare vanno ricercati nel record di guariti in un giorno (oltre duemila), nel quarto calo consecutivo di persone ricoverate in terapia intensiva (altre 99 in meno, 48 in Lombardia) e nel secondo di ricoverati con sintomi (altri 233, 114 in Lombardia).
Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Aprile 2020, 10:59
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